Tuesday, 24 January 2017

Captain America - Civil War

di Francesco Dì



Innanzitutto scusate per il ritardo (citando Troisi), anche se immagino che nessuno si stesse logorando nell’attesa. Ho trovato solo adesso il tempo per buttare giù i miei pensieri su Captain America - Civil War, film Marvel uscito a maggio dello scorso anno. Avendo perso l'attimo per commentare poco dopo la prima visione (non il colorato androide - OK, era una battuta, risate in sottofondo), ho aspetto l’uscita del DVD e me lo sono rivisto.
Allora bando alle ciance: partiamo dal film per quello che è senza andare a sviscerare la fedeltà con il fumetto.
A me è piaciuto, decisamente. E questo è il primo punto a suo favore. Trovo che i fratelli Russo abbiano trovato il modo giusto di costruire questi film: sono film di supereroi, bisogna scazzottarsi e non poco! Certo poi c’è scazzottata e scazzottata, e nello specifico Joe e Anthony riescono, fra un inseguimento e l’altro e un po’ di esplosioni, a caratterizzare tutti i personaggi. Avevo avuto questa sensazione già al cinema, e lo confermo adesso. Sono ben definiti tutti nei vizi e virtù. Il pretesto dello scontro interno genera un confronto che ne tira fuori in maniera decente la profondità del carattere. E mi è piaciuto il “carattere” che hanno dato a tutti, gettando il seme delle future relazioni e coinvolgimenti post Civil War (Wanda e Visione in primis).
Tony, seppur egocentrico e calcolatore, fa uscire il lato “caldo” ed emotivo. Cap, fedele fino all’ottusità, si rivela testardo e non così impeccabile e senza macchia come ci si aspetterebbe. Loro due ovviamente la fanno da padroni, e anche se il film si intitola Captain America – Civil War, a mio parere è altrettanto importante la figura di Iron Man (sarà anche per il carisma di Robert Jr. ), che funziona perfettamente come l'altro piatto della bilancia. Si parla di due amici, guerrieri, compatrioti, che, nonostante lottino per la stessa identica causa, decidono, per convinzione o convenienza, di approcciarla in maniera opposta. Il primo piegandosi a un compromesso al limite del discriminatorio (il Sokovia accord: che sottopone l'operato degli Avengers al controllo delle Nazioni Unite, richiede la registrazione degli Enhance Individuals e ne regola il libero spostamento), il secondo ribellandosi al sottoporvisi. E pensare che, fra i due, la sgheggia impazzita sarebbe dovuta essere Tony. Chi ha ragione e chi ha torto? Difficile deciderlo. Ed è proprio questo il bello del film: entrambi hanno ragione e torto allo stesso tempo e lo spettatore resta sospeso, senza sapere se tifare per l'uno o l'altro.
Le new entry sono ben dosate: Pantera Nera è realizzato bene, alla fine mostra il lato fiero da sovrano del Wakanda, e il nostro arrampicamuri di quartiere è uno dei cast più azzeccati degli ultimi tempi. La continuity marvelliana qui va a farsi fottere, collocando Spiderman all’inizio della sua carriera, ma chi se ne frega (ok flagellatemi), nel plot rende benissimo. È anche uno dei pochi intermezzi “ironici”, taglio dei film Marvel di cui, fortunatamente, i fratelli Russo non abusano. Per inciso, mi chiedo perché Marisa Tomei debba sempre fare un po’ la femmina rizz… nei film.

-Fede: Non concordo. La continuity del MCU è intatta, lo Spiderman di Raimi (respect) ed il reboot di Webb non sono Marvel Studios ma Sony e, solo per questo film, Marvel, Disney e Sony hanno firmato l'accordo per usare Spiderman. Per quanto riguarda MCU, Spiderman è nuovo nuovo ed anzi rappresentarlo come un ragazzino cazzone, in contrapposizione al pesume di Cap, Black Panter e, sopratutto, The Winter Soldier, è un ottimo comic relief. E poi in coppia con Ant-Man regala delle gioie.- 

Ma arriviamo alla scena che tutti i cosplayer del mondo hanno aspettato con il rivolino alla bocca. Lo scontro nel parcheggio del Decathlon. Non epico come nel fumetto, non vede coinvolti mille personaggi ed ha epiloghi molto meno tragici, se si toglie l’incidente di War Machine (citazione di quanto successo in un periodo fumettistico di IRON Man). E’ edulcorato, ma funziona comunque e il film continua a scorrere veloce senza intoppi per tutte le sue 2h e 27 min, che non si percepiscono affatto.

-Fede: What?! Eddai è figo. Che manca? Abbiamo anche il Giant-Man. Ok, ok, c'è qualche buco di sceneggiature. Ma qui mi sento propensa a passarci sopra e lascio le critiche a loro. Fatevi du' risate. 

Un commento a parte per il cattivone: attenzione Civil War ha il pregio di inserire un cattivo che in pratica non si scontrerà mai direttamente con i nostri eroi. Interessante approccio, funziona come idea, ma scade un po’ nella scelta del personaggio: il barone Zemo originale è un genio del male. La spinta della vendetta per aver perso i cari è fuori personaggio, oltre a essere trita e ritrita. Inoltre è poco credibile che, senza nessun supporto esterno, questo ex-soldato riesca a architettare un piano così ambizioso. Non ne esce un cattivo carismatico e forte, ma del resto, anche nei fumetti, non si distingue certo per coraggio. A livello fumettistico se parliamo di Zemo parliamo di un supervillain, antagonista n.1 del mondo del nostro soldato a stelle e strisce. Addirittura due generazioni di Zemo hanno afflitto il mondo, Cap e gli Avengers tutti. Insomma, signori, parliamo del responsabile della morte di Bucky e del congelamento di Steve, un cattivone paragonabile al Red Skull. Come lo Zemo del film, fa dell'ingegno la sua forza non essendo certo lui in prima persona a poter tener testa a Cap per forza bruta. Il film lo semplifica in maniera eccessiva: non dico di rappresentare lo Zemo fumettistico, con la pezzola viola sulla faccia e il collo di ermellino, ma secondo me si poteva fare uno sforzo un po' maggiore per far emergere le qualità strategiche e l'intelletto deviato del personaggio originale.
Il soldato di inverno, per il secondo film consecutivo, è mono espressione e monotematico: "non volevo, non è colpa mia, però sono una merda e devo essere punito"...no, dai, due palle. Del resto però anche il Bucky originale esiste solo in funzione di Steve e non ha questo carattere avvincente. James "Bucky" Barnes, nella sua prima apparizione su carta, muore che è ancora minorenne. Si deve aspettare il 2005 perché Ed Brubaker e Steve Epting lo ritirino fuori come Soldato di Inverno. Una Super spia, di cui ne viene ricostruita la back-story a ritroso in maniera efficace, e che avrà un ruolo importante negli eventi post Civil War, diventando il nuovo Cap America dopo la presunta uccisione di Steve. Nonostante non si distingua per complessità caratteriale, il film non gli rende merito. O forse l'attore non funziona, chi può dirlo.
Lo scontro finale fra IronMan e Cap è bello cruento e ricalca molto quello fumettistico. Alcune inquadrature ricordano le tavole di Jenkins, con un finale ovviamente meno amaro ma che non si può certo definire un lieto fine.
In conclusione, era impossibile portare su pellicola la saga Civil War, così come è stata scritta. Ma il plot cinematografico è scritto bene e ne trae ampiamente spunto, conseguendo lo stesso risultato. Il MCU è stato costruito bene fin dall’inizio, film dopo film, ed è in Civil War che si iniziano raccogliere i frutti più evidenti. Se consideriamo poi il lavoro di continuity fra MCU in cinema e TV (vedi serie Netflix, ma soprattutto Agents of S.H.I.E.L.D.) tanto di cappello. Adesso sono curioso di vedere come si cimenteranno con qualcosa che, però, deve essere epico, come la saga InfinityGauntlet che, n.d.r. deve tirare tutte le fila delle infinity stones e spiegare tutti i post credit in cui appare Thanos con risata satanica e sarà sviluppata in Guardian of the Galaxy 2. Riusciranno a dare il giusto taglio e ad armonizzare tutti i personaggi? Perchè un gran rischio c'è ed è quello che chiamo l'effetto Apocalisse (intendendo il mutante numero uno visto nell'ultimo X-Men). In Infinity Gauntlet ci sono mega super villain, praticamente delle divinità, talmente tanto potenti e forti che è molto difficile rendere affascinanti negli scontri con i nostri amati eroi. La superiorità è talmente manifesta, che ci vuole tutta l'arte di uno sceneggiatore baciato da una aurea Kirbyana per non scadere nel banale e non deludere lo spettatore. Non è per nulla scontato rendere merito a una storia che Starlin aiutato dalle magistrali illustrazioni dal dio Perez ha reso un capolavoro.
Incrociamo le dita e nel frattempo andiamo a vedere cosa han combinato con il Dottore, godiamoci Luke Cage e Ghost Rider e aspettiamo fiduciosi maggio per Guardian of the Galaxy 3 e luglio per Thor 3.

-Fede: sopratutto luglio per Thor 3, facendosi du' risate con questo.

Friday, 20 January 2017

Sherlock - season 4


Una pena scrivere questa review. Una pena perchè Sherlock era un discreto show.
Diciamo che mi sono divertita anche a questo giro, più o meno, ma parecchio meno. Anzi il finale... non vedevo l'ora che finisse. Il peggior episodio dell'intero show. Anzi, a ben pensarci, sono estremamente incavolata per il finale e direi che la serie è andato in calando. Partita con un episodio OK e finita malissimo.
Procediamo a un minimo di analisi. Il filo conduttore della stagione è Moriarty, o, meglio, l'immenso, volontario equivoco che porta la faccia di Moriarty. Moriarty è un piacere per lo spettatore, ma è morto, e lo si dà per assodato fin dal primo istante. La questione era già stata analizzata e conclusa nell'"Abominable bride". E allora cosa c'è in ballo? La sua legacy? Mitomania? O qualcosa di più intrigato e sconvolgente?
"The six thatcher" ancora regge, anche se la nonchalance con cui Sherlock risolve i casi, il modo in cui tratta la gente e la velocità eccessiva a cui parla, iniziano a dare noia. La storia di per sè regge e presenta una classica struttura. Il primo caso - il ragazzino carbonizzato in macchina - . gustoso, viene dismesso in pochi secondi e serve solo come plot device per introdurre il vero caso, quello dei busti della Thatcher presi a martellate. Fin qui tutto bene, finchè non si scopre il vero arcano, che riguarda la back story di Mary. Di questi tempi, come le back story vengono spiegate, il personaggio in questione generalmente fa la fine del famoso gatto sull'Aurelia. Quando gli altarini si scoprono, dopo lo scontro di SH con il tipo in piscina, nello show, in lontanaza, si inizia a intravedere lo squalo che si salterà definitivamente nel finale. La back story di Mary non riserva sorprese: era un agente segreto freelance fighissimo, aveva dei compagni,  veniva occasionalmente reclutata dal governo britannico, cosa di cui Mycroft era, ovviamente, a conoscenza. Niente che non si sapesse già o si intuisse. La narrazione fila liscia, finchè Mary decide di andarsene a giocare alla superspia, gira per il mondo dagli appennini alle ande, prende passaporti sotto i sassi, guida ogni tipo di mezzo compreso un cammello e non si preoccupa nemmeno di controllare che la pennina USB sia stata compromessa.
Via, su, davvero?
Il finale dell'episodio poi è melenso, con tanto di sacrifico e discorso. Il video serve come collante per l'episodio dopo e per far far pace a Sherlock and Watson. Per l'ennesima volta. L'unica cosa intrigante era la potenziale scappatella di Watson con Exxx, se anche quello non fosse stato tutto un complotto. Troppi complotti, troppi colpi di scena che non divertono. E Mycroft che agisce come deus-ex-machina supremo, sopra tutto e sopra tutti. Troppo al di sopra di ogni possibile regola di Dio e degli uomini. Fastidioso, sopratutto perchè questo è un dramma-noir, non una minchiata supereroistica della DC.
"The lying detective" non ha senso. Un milardario serial killer, che praticamente agisce alla luce del sole, che si sputtana dai primi 10 minuti. Perchè deve raccontare le sue bravate in un meeting e drogare gli astanti? Che senso ha? L'attore  è realmente disturbante, creepy ecco; ho fatto fatica a guardare un discreto numero di scene, per la noia eh. Essendo il caso in sè nonosense, almeno la metastoria raccontatela bene. E invece perchè il tutto? Perchè Mary, oramai graduata a angelo custode, aveva lasciato detto a SH che Watson non si sarebbe mai fatto aiutare se non avesse pensato che era lui a dover aiutare SH. Una sorte di reverse psicology di noiattri, che non funziona manco sui bambini in età prescolare, figuriamoci su degli adulti, sebbene adulti seriamente disturbati. Suppongo che tutta la manfrina della seconda puntata sia servita solo a preparare il terreno per il finale, ricreando il team, introducendo Eurus in disguise e lasciando qua e là indizzi sulla back story di Sherlock (in particolare Red Beard) e della famiglia Holmes tutta. L'idea era bellina, la realizzazione pessima.
Nel "The Final problem" una Eurus più vicina a una X-men che a una donna con una intelligenza superiore al normale, riesce, in un'ora sola, a mettere in mostra una serie notevole di falle di sceneggiatura. Ecco l'elenco:
- convince Mycroft, che è ritenuto l'essere umano più smart dell'impero britannico e che è a conoscenza delle sue capacità, a lasciarla sola con Moriarty, il nemico n.1 dell'impero stesso, nonchè mente machiavellica e sociopatico patentato.
- con la forza del pensiero riesce a sottomettere alla sua volontà tutti gli impiegati di un prigione di massima sicurezza costruita in mezzo al mare solo per lei
- esce e entra dalla suddetta prigione a suo piacere (come? in elicottero? guidato da chi?) e va a spasso a Londra vestita da smorfiosa a lasciare numeri di telefono agli utenti del tfl. e a mandare droni  esplosivi in casa altrui.
-mette su un rebus pazzesco, con tanto di sequestro di ben 4 persone (di cui tre insalamate fuor di finistra) e senza mai cambiarsi il vestito bianco e le ballerine
- trasporta se stessa e tre uomini dalla prigione di massima sicurezza a un casolare in un punto non meglio precisato dello Shire inglese (ah, costruisce anche una stanza fittizzia)
- incatena Watson in fondo a una botola.
Posso continuare, ma poi diventa noioso. E alla fine? Aveva solo bisogno di un abbraccio e un bacino, perchè il suo essere al limite dello spettro autistico in realtà dipendeva solo dalla mancanza di affetto e di amici in infanzia. O forse dai vaccini, chi può dirlo. Sicuramene è bene che i genitori Holmes si astengano da dare consigli di parenting.
Dopo che viene abbracciata dal fratello, comunque, anch'esso un pezzo in là nello spettro dei disturbi della personalità, tutto finisce a tarallucci e vino: a JW che era, fino a un secondo prima, incatenato al fondo della botola viene lanciata una corda, Mycroft si salva off screen, Exx viene rispedita nella stessa cella da cui è andata e venuta a piacere per chissà quanti anni.
Poi arrivano i titoli di coda e boh. Si fa pace con il fatto che Moriarty era solo un escamotage, una macchinazione, un piano ingegnoso. Ma finalizzata a cosa? qualcuno l'ha capito? c'è qualcosa in più che non sia autoreferenzialismo fine a se stesso?
E John Watson, che, per inciso, non si era manco accorto della somiglianza fra il suo nuovo sogno erotico e la sua psicologa, non è stufo di essere solo esclusivamente la spalla minchiona? Ha appena perso la moglie, perdio, ed è un padre di famiglia. Vogliamo parlare di Molly? Meglio di no. Mrs Hudson è l'unica che tiene un minimo alto il nome del popolo femminile, che, come quello maschile del resto, non ha vita proprio, ma esiste solo in funzione di Sherlock Holmes e delle sue follie.
L'happy ending, con riunione familiare al suono di violino in prigione (della serie, "una musica può fare"), Baker Street in ricostruzione e snapshot da famiglia MulinoBIancoSenzaOlioDiPalma è la ciliegina sulla torta, di quelle dei compleanni dei bambini americani, però, che fanno caa e si buttan sempre nel secchio del sudicio.  Nemmeno la rivelazione shock della vera identità di Red Beard, seme piantato lí fin dalla prima stagione, presunta chiave di lettura della personalità di SH, mi ha regalato un momento di gioia; a quel punto era già andato tutto a farsi benedire. Lo squalo era stato saltato e volevo solo andare a letto.
Peccato. Ha perso momentum. Ha perso appealing. Ha perso ironia. Ha perso tutto quello che lo ha reso favoloso per cosí tanti anni. Se, come si pensa, questa è l'ultima stagione, lascia l'amaro in bocca. Meglio restare nel ricordo dell' "Abominable Bride" che invece era degno di essere guardato e riguardato. E impegnarsi a vedere Cumberbatch in Doctor Strange.