Monday, 3 April 2017

The Young Pope


The Young Pope.png

Sorrentino fin dal primo fotogramma. Inquadrature storte, effetti speciali di scomposizione dell'immagine, immagini rotanti. Dialoghi lenti. Primi piani. Ingrandimenti degli occhi. 
Se uno ama Sorrentino, gli bastera' quello. Se uno odia Sorrentino, si sfavera' fin dai titoli di inizio del primo episodio. Se uno, come me, e' intrigato da Sorrentino, ma lo trova insostenibilmente pretenzioso e autocelebrativo, volera' sulla prima stagione di "The Young Pope" a fasi alterne di autentico piacere e occhi alzati al cielo in moti di fastidio.
Ah poi c'e' la storia.
La storia e' graziosa.
Per apprezzarla al pieno credo uno debba essere italiano. Se sei italiano che vive (o ha vissuto) in America ancora meglio, perche' riesci a apprezzare a pieno le sfumatore delle due culture e, a tratti, la loro inconcilibilita'. La narrativa e' interessante, anche se  forse un po' scontata. Pio XIII (Lenny Belardo, Jude Law) parte cosi' alla grande come il big bad che era assolutamente ovvio che sarebbe stato sviluppato nella direzione di una potenziale redenzione. Anche la back story un po' scontata: Lenny e' cosi' altisonantemente conservatore perche' e' stato abbandonato dai genitori hippie. Diciamo che non e' la narrativa il motivo per cui vale la pena di guardare lo show, ma sono i dettagli e il personaggi secondari a partire da un magnifico Silvio Orlando nei panni del Cardinal Voiello, con tanto di accento terribile e maglia del Napoli. Ho apprezzato anche come sono state rese italianate cliche', tipo il caso del ciarlatano Tonino Pettola, gli inciuci di palazzo e le feste della Roma di altoborgo, che tanto ricordano "La Grande Bellezza".
Trovo che non valga la pena di una seconda stagione, almeno che non ci siano in palio ideone della madonna. Non era nato per avere un prosieguo e si percepisce abbastanza bene dal cliffhanger posticcio. Spero che non ci si riduca alla totale redenzione di Pio XIII, post incontro con i genitori, ma suppongo Sorrentino sia un tipo troppo in gamba per indulgere a tale faciloneria, anche nell'ottica di lavorare per una emittente statunitense e non di andare a Cannes e di vincere un altro Oscar.

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