Friday, 19 August 2016

DC's Suicide Squad

by Francesco Dì


Prendiamo i classici del rock, quelli che stanno bene come soundtrack per introdurre buoni e cattivi, poi prendiamo i cattivi, perché diciamolo sono sempre più affascinanti e interessanti dei buoni, mescoliamo il tutto. Aggiungiamo il fascino di Will Smith e quello di Margot Robbie, un pizzico di insanita mentale, una buona dose di battute a effetto ed ecco le due ore e dieci di Suicide Squad, produzione Warner Bros basata sui comics DC.
Un'agente governativo (Amanda Waller), spietato come la merda, raccatta i peggio pazzi criminali per avere un'unità di crisi che possa intervenire in caso di attacco di metaumani. La storia si colloca, (finalmente un po’ di continuity anche in DC/WB) dopo Bat vs Sup, infatti si cita la scomparsa del kriptoniano e le problematiche del rapporto con i metaumani. Il film si sviluppa nella maniera più classica per il genere "team che dovrà salvare il mondo" (dopo Tolkien tutto è stato scritto): introduzione dei personaggi, reclutamento, prime sconfitte, affiatamento fra il team, cattivone, vittoria, ma a caro prezzo.
Il primo tempo è di preparazione della squadra, il reclutamento tentando di convincere tutti che sia una buona idea. I personaggi vengono ben caratterizzati, Harley Quinn e Deadshot fanno da padroni: gli viene dato molto spazio nella pellicola, con buon risultato. La trama fila via bene, con apparizioni di Batman, di Joker e vari rimandi ai prossimi film DC (Justice League of America su tutti).
Due parole a parte sul Joker: è sempre affascinante vedere una nuova interpretazione della nemesi di Batman. Leto è un Joker moderno; a passo con i tempi dei tatuaggi, dei fisici scolpiti e dei vestiti trendy. Ci sta, si colloca bene nel film ed è interessante rendere attuale il personaggio. Mi piace la sua interpretazione, i tick, i cambi di umore e di espressione e quella onnipotenza che ha nel fare le cose. Azzeccato! sono curioso di rivederlo in futuro. Tra l’altro è ben “dosato” all’interno del film, senza rubare troppo la scena da Harley. Lei è la numero uno, bella, pazza, innamorata e letale. Azzeccatissima e forse più caratterizzata che nei comics.
Purtroppo, per quanto il primo tempo scorra bene e sia valido, è pessimo il secondo tempo. Il villain di turno a parer mio è totalmente fuori luogo: troppo esagerato e alieno, per la squad avrei visto più calzante un antagonista più metropolitano. Nel secondo tempo il ritmo cala, la novità dei personaggi pure, c’è troppo buonismo soprattutto nel finale.
Il doppiaggio del film non si può sentire, Flag specialmente.
Riassumendo, film godibile due ore piacevoli con dei momenti di buon livello, primo tempo 7,5 secondo tempo 5. La sufficienza la raggiunge, da vedere se si vuole passare due ore spensierate, ma ben lontano da una pietra miliare del cinema supereroistico.
Un piccolo appunto: come nei film Marvel ci sono i riferimenti ai film futuri tipo JLA (Hype per quest’ultima), e questo è un bene: ma per favore, non dopo i titoli di coda!!! E dai, capisco che ¾ di Marvel è copiata dalla DC, ma non vendicatevi così.
Infine qualcosa sul fumetto.
Premetto che non conosco bene il fumetto, dell’universo DC non sono così ferrato, ma ricordo bene la prima volta che fu presentata la Squad, all’interno di un racconto di Supes and JLA (Legends, John Ostrander, Len Wein e John Byrne), dove la Squad è una comprimaria nel plot della narrazione (notare che è la prima apparizione italiana del nostro gruppo di cattivoni). Sono pochi i comprimari di questa apparizione ad essere presenti nel film di Ayer, che è in linea con la Squad moderna del periodo New52 della DC. Qui sotto riporto brevemente una rapida descrizione degli attuali personaggi, per chi sia approcciasse la prima volta a la nostra cara squadra suicida.
I membri del gruppo portato sul grande schermo sono tutti villain più o meno celebri delle serie più famose dell’universo DC.
Deadshot (Will Smith). Creato nel 1950 da Bob Kane, ossia il “papà” di Batman e del Joker, Floyd Lawton è un sicario prezzolato privo di veri superpoteri, ma dotato di una mirra infallibile. Nella sua prima apparizione era anch’egli un vigilante che finisce per scontrarsi con l’Uomo Pipistrello per il dominio nelle strade di Gotham, ruolo che ricoprirà nuovamente (ma solo per un breve periodo) negli anni ’90.
Harley Quinn (Margot Robbie). Personaggio che trova le sue origini nella mitica serie “Batman - The Animated Series”, il cartone animato generato dal successo dei film di Tim Burton e andata in onda (negli Stati Uniti) tra il 1992 e il 1995. Nata come fidanzata del Joker e spalla comica, trova un successo immediato presso il pubblico, tanto da essere inclusa anche nella serie regolare del fumetto. Originariamente, Harley era una psicologa di Arkham, impazzita a seguito di una folle infatuazione per il Joker. Tra i due esiste una tormentata relazione: lei è innamorata, ma la condizione psicologica del Clown Principe del Crimine porta a sublimare il sesso con la violenza, con ovvie conseguenze. A seguito dell’uscita del videogame “Batman - Arkham Asylum”, il look di Harley Quinn è divenuto meno cartoonesco e più sexy, tanto che nei fumetti la sua “divisa ufficiale” è data da un paio di short striminziti.
Capitan Boomerang (JayCourtney). Terzo membro della Task Force X a non avere superpoteri veri e propri, Digger Harkness è però dotato di una mira infallibile che gli permette di colpire con precisione chirurgica qualsiasi bersaglio usando i suoi boomerang. Apparso per la prima nel 1960, è stato una delle nemesi storiche di Flash.
El Diablo (JayHernandez). Il personaggio di El Diablo appare per la prima su “All-Star Western” nel 1970. Il primo a portare il nome fu Lazarus Lane, un contabile del far west che, finito in coma a seguito di un furto, viene resuscitato da uno sciamano per divenire un vigilante. Il personaggio che appare all’interno della Suicide Squad è però diametralmente opposto all’originale: Chato Santana è il membro di una gang dotato di poteri pirocinetici che, dopo aver causato una strage di innocenti nel tentativo di distruggere una gang rivale, si consegna spontaneamente alle autorità.
Killer Croc (AdewaleAkinnuoye-Agbaje). Alias Waylon Jones, altro arcinemico del Cavaliere Oscuro di Gotham. Jones nasce affetto da ipercheratosiepidermolitica, patologia che rende la sua pelle dura e coperta di scaglie come quella di un rettile. Appare per la prima nel 1983 ad opera di Gerry Conway. Più che un cattivo vero e proprio, un reietto la cui deformità finisce per traviarlo socialmente.
Joker (Jared Leto). Personaggio che non ha certo bisogno di presentazioni. Creato da Bob Kane, Jerry Robinson e Bill Finger, è il villain per antonomasia nella cultura pop. Psicopatico, deviato sin nel midollo, è l’incarnazione della risata della follia, che si oppone all’oscura giustizia di Batman. Ispirato a “L’Uomo che Ride” di Paul Leni, tratto dal romanzo omonimo di Victor Hugo. Jared Leto è il terzo attore ad incarnarne le fattezze al cinema, il quarto se si conta anche il televisivo Cesàr Romero.
L’Incantatrice (Cara Delevigne). Apparsa per la prima volta su “Strange Adventures” nel 1966, creata da Bob Haney e Howard Purcell, è la “villain dei villain” nel film di Ayer. Nei comics si è scontrata più volte sia con Supergirl che con Lanterna Verde.
Per ulteriori info fumettistiche vedere i seguenti riferimenti:

Nota di Fede: Io non ho visto il film quindi non posso parlare, ma se tanto mi dà tanto, e da quello che ho letto - e da quello che anche Francesco pare far intendere -, pare che ancora una volta la DC/WB non sia stata all'altezza delle aspettative. Dopo il flop di BvS potevano cercare di stare un po' più attenti. Un po' forse è questione di gusti: i blockbuster di supereroi con pretese di grande cinema li trovo fastidiosi, ma, temo, qua, sempre da quello che ho letto, sia proprio un problema di storytelling. C'è modo e modo di sviluppare trame e al pubblico del XXI secolo non bastano più due botte e due effetti speciali per gridare al capolavoro. Appena posso lo guarderò e dirò la mia nei commenti. Intanto si apra pure il dibattito.


Friday, 15 July 2016

"Before" trilogy


In questi giorni di vacanza, e cioè in questo periodo di limbo dorato in cui la famiglia è in vacanza e io sono sola al caldo a lavorare, mi ero ripromessa di non abbrutirmi troppo, tipo guardando 9 stagioni di un telefilm in due settimane al ritmo di 20 episodi al giorno, mangiando pollo fritto e bevendo birra a letto, come ho fatto l'anno scorso. In effetti mi sto comportando abbastanza bene, mi sto alzando a ore degne nel weekend, sto andando a yoga e ho perfino deciso di interrompere la visione (e ri-visione) dei soliti blockbuster (forse perché li ho visti tutti...) e di darmi al cinema vero.
Mi sono così imbarcata nella visione della trilogia "Before sunrise/sunset/midnight" di Linklater, di cui avevo già visto - e adorato - "Boyhood" e "School of rock" e che non poteva non piacermi. Ho anche imparato una parola nuova: film indie, che non sta per indiano/frikkettone, come ho creduto fino a ora che ho cercato su wikipedia, ma indipendente a basso budget. Devo dire che dopo l'overdose di CGI e botte degli ultimi mesi, stare a sentire due che chiacchierano di amore, vita, filosofia e morte per 6 ore è stata una boccata di aria fresca.
La storia tutti la sanno: in Sunrise, Jesse (Ethan Hawke) e Celine (Julie Delpy) si incontrano per caso su un treno, decidono di scendere a Vienna e camminano tutta la notte chiacchierando, ridendo da bar a bar e, prevedibilmente, ma non meno piacevolmente, trovando una connessione profonda e innamorandosi per salutarsi con l'impegno di rivedersi stesso posto/stessa ora sei mesi dopo. Si lascia intendere che questo non ha da succedere e che quella notte magica è una di quelle esperienze che in molti possono annoverare nei proprio vent'anni, quando era "tutto ancora intero", "si poteva avere tutto per possibilità". Allora si passava le notti a camminare per capitali europee, aprendo il cuore a interlocutori occasionali (leggi anche fidanzato del momento) e si pensava che noi no, non saremmo mai stati schiacciati nelle maglie delle convenzioni sociali borghesi, come ad esempio il matrimonio. Io ho camminato a Parigi, ad esempio, per nottate intere, in attesa della prima metro che ci avrebbe riportato al campus, da bar a bar, club a club, fra una crepes e un kebab, parlando della vita con due persone che poi non ho mai più rincontrato sulla mia strada, ma che hanno animato uno dei periodi più felici della mia vita.
9 anni dopo, in Sunset, mentre Jessie promuove il libro che ha scritto su quella notte in una libreria di nicchia a Parigi, Celine si presenta sull'uscio. Dopo lo sconcerto iniziale - magistralmente recitato - decidono di passare il pomeriggio insieme, chiacchierando dei loro ultimi 9 anni di vita. L'imbarazzo lascia spazio alla leggerezza, la leggerezza alla riconnessione, la riconnessione ai sentimenti e Jesse decide di buttare all'aria la sua vita pur di rivivere quella notte di 9 anni prima. A questo punto hanno una trentina d'anni e sono nel pieno del disincanto: no Dio, no Patria, no Amore; ma nonostante tutto questo cinismo, specie da parte di lei, alla fine si rimettono in gioco. Se fosse stato un film meno intelligente, sarebbe scivolato in un inguardabile mieloso scontato finale. Invece, celato dietro all'immancabile lieto fine, si intravede la pila di merda galattica che, prevedibilmente, sommergerà Jesse nell'instante in cui si ri-avrà dalla notte/i che segue quel  "baby, you're gonna miss that plane" "I know".
Dopo altri 9 anni, in Midnight, ecco che si vedono i residui di quella gigantica montagna di merda - divorzio e figlio oltreoceano per dirne due -, ma Jesse e Celine, nonostante la furiosa litigata in hotel, sono sempre li, capaci di avere una lunga conversazione, o "bullshitting around", per dirla con le parole di Ethan Hawke e tutto sommato passandosela meglio di molti.
Quest'ultimo è l'unico film che ho visto al momento giusto e non con 20 o 10 anni di ritardo ed è forse quello che mi è piaciuto meno: forse, invecchiando, Celine suona un pelo troppo nevrotica e Jesse un attimo troppo patronising. O forse invecchio io e essere messi davanti agli anni che sono passati non è sempre piacevole. Da un punto di vista cinematografico, inoltre, per la prima volta alcune scene, tipo la cena con gente che parla con l'accento del nostro istruttore di yoga, non hanno funzionato: troppo artefatte, in netto contrasto con la consueta spontaneità di tutte quelle viste finora.
Su un piano personale, come ogni 40-something-enne che si rispetti, sposata, seppur per caso, con figli, lavoro a tempo pieno e la vita come tutti la conosciamo, mi sono rivista in circa il 90% delle dinamiche (spero solo di non suonare così "mayor of crazytown" quando mi attacco a tutti i peli del culo per litigare). Ho ancora da decidere se mi ha messo tristezza per come un grande amore possa scivolare nella melassa della routine, incomprensione e disconnessione, o buon umore perché, nonostante tutto, alla fine fra 9 anni ce li ritroveremo di nuovo li, Jessie e Celine, un po' più vecchi e pieni di idiosincrasie, in un altro film, a fare magari i conti con l'emptiness  dei figli che sono andati al college. Perché alla fine, diciamocelo, passato lo shock da passata "passione che strappa i capelli", invecchiare insieme al compagno di sempre ha un suo perché.

Tuesday, 12 July 2016

X-Men Apocalypse


Terza installazione del prequel del primo X-Men (2000), quello in cui Wolverine fa da protagonista, Anna Paquin è una ragazzetta che interpreta Rogue abbastanza male, prima di imparare l'arte della recitazione in 100 stagioni di True Blood e Magneto alla fine è nella prigione di plastica che gioca a scacchi con Professor-X.
Direi il peggiore della prima trilogia, o della seconda, come la vogliamo chiamare, con questi prequel si fa sempre un gran casino con la numerazione (vedi Star Wars).
Nonostante non sia eccezionale, direi che si guarda volentieri, la recitazione è molto spesso buona, così come i dialoghi e l'evoluzione dei personaggi. Ottimo McAvoy nel ruolo del giovane Charles Xavier, che a questo giro perde i capelli. Veniamo introdotti agli X-Men originali ragazzetti: Jean Gray, Cyclops, Storm, Nightcrawler. Ritornano Mystique, Magneto, Beast. Un plauso speciale a Quicksilver al quale va la scena più divertente del film intero - citazione da "Days of future past", forse, perché il montaggio è volutamente analogo.
La trama sa di poco con lo sconto: il primo x-man, cattivone, risorge e arruola quattro fave con il costume dei cavalieri dell'apocalisse per "salvare" il mondo che ha perso la via, leggi sterminare la qualunque. Gli X-Men salvano la baracca, ma il vero ruolo di costui è servire da plot device per la "nascita" del potere psichico di Jean Gray-Sansa, che è tutto su un altro tono di come ce la ricordiamo in "The Last Strand", terzo film della prima trilogia. Anch'esso il peggiore dei tre. Come dice Sansa uscendo dal cinema dopo aver visto il ritorno dello Jedi, "we can all agree that the third is always the worst". Ma insomma in "The Last Strand" Jean è Dark Phenix, ha perso il capo, spazza tutto, ammazza Charles Xavier e alla fine muore per mano di Wolverine.
Io già che c'ero li ho riguardati tutti quanti, così da avere le idee chiare su tutte le pecche di scrittura e continuum temporale, ma se si ammette che dopo "Days of Future Past" la storia si riscrive, allora tutto torna. Forse. Jean Gray/Sansa si trasforma in Jean Gray che si vede alla fine di DoFP e non in dark phenix di TLS e magari faranno un altro film per spiegarci il che succede fra un po' d'anni, se hanno tempo. Ma forse anche no, da quanto dicono alla 20th Century Fox.
L'unico comune denominatore di 7 film è Xavier che tenta di convincere Magneto a credere nel genere umano e stare buono, con argomentazioni pari a quando si cercava di convincere il fidanzato a non lasciarci e poi ci lasciava uguale.
Intanto con questo film si conclude l'epopea di Charles, Erik, Raven e Hank e mi mancheranno.
Ora mi sta prendendo tristezza.
16 anni di X-Men. Il primo visto al cinema multisala di Firenze.
Mi toccherà riguardarli una volta ogni tot anni come si fa con i vecchi film amarcord e ricordare i bei tempi andati, quelli in cui contavo i giorni dall'uscita del secondo Spiderman di Sam Raimi.
Per chi vuole farsi due risate, legga qua la recensione di Leo Ortolani.

Tuesday, 28 June 2016

Game of Thrones S6Ep10 - Winds of Winter


L'episodio si apre a King's Landing, stage principale della puntata, con un suono di campane a un rintocco (a morto, si direbbe a casa mia, tocco quantomeno azzeccato). Tutti si preparano per il processo che sta per avvenire, in cui gli imputati, Loras Tyrell, Cersei Lannister e Maergery Tyrell sono chiamati a giudizio per peccati più o meno veniali, e saranno giudicati da una manica di maniaci religiosi. La colonna sonora al pianoforte è meravigliosa, lascia dentro un senso di attesa, ma anche di pace, ingannevole pace, contrapposta all'incessante e incalzante overdose di adrenalina della scorsa settimana. Maester Pyrcell viene intercettato da uno dei little birds di Qyburn. Intanto Loras confessa tutti i propri peccati, principalmente quello di essere gay, e, in espiazione, chiede di unirsi alle fila dei Faith Militant. Ovviamente nessuno di quei crimini che confessa sono crimini, o almeno non dovrebbero, anche se evidentemente qualcuno la pensa diversamente anche ai giorni nostri, ma sono gravissimi crimini nel Medioevo e per questo Loras è costretto a spogliarsi di ogni titolo e si becca l'incisione sulla fronte, pur di smettere di soffrire. Nel mentre Cersei si agghinda come la matrigna di Biancaneve. Tommen, al secondo richiamo, cerca di uscire dalla sua stanza per andare al processo e viene bloccato da Mountainstein e subito si capisce che qualcosa non torna. Cersei non ha mai lasciato il Red Keep, Tommen non viene fatto uscire dalla propria stanza... qui gatta ci cova. E infatti una marea di wild fire cova negli anfratti della Setta di Baelor, pronta a fare KABOOM e a spazzare via tutti i nemici di Cersei: Tyrells, zio Kevan, faith Militant, High Sparrow, un bel po' di sudditi ricchi e poveri. Sacriifici ritenuti necessari da Cersei Regina Cattiva, che si gode il fuoco d'artificio sorseggiando vino alla finestra. Lo stesso non si può dire del povero Tommen, che una volta vista l'esplosione, si toglie la corona e butta di sotto senza esitazione. La scena è montata sapientemente, con l'inquadratura che passa dalla faccia soddisfatta di Cersei a quella annichilita di Tommen. Per Cersei, in un colpo solo, si avvera la profezia di Maggy the Frog e il sogno di sedere sull'Iron Throne. Ma non è finita. Anche Maester Pyrcell viene fatto fuori da un'orda di bambini satanici e Septa Unella data in pasto al Mountainstein, non prima di sorbirsi la tanto desiderata confessione. Tutto va a meraviglia per Cersei.
Mentre Tommen vola giù dalla finestra, si sente la voce di Walder Frey che acclama "for House Lannister". Il montaggio è volutamente sarcastico, ben poco c'è rimasto di quella casata.  Walder Frey sta tenendo un party, cosa che a quanto pare fa di continuo. Festeggia la vittoria sui Tully e ribadisce l'alleanza con i Lannisters che ora ha anche un motto "The Lannister and the Frey send their regards". Per chi lo avesse mai potuto scordare, sono le parole che Roose Bolton sussurra a Rob Stark, al Red Wedding, prima di accoltellarlo. Jaime non sembra particolarmente impressionato, e ammazza il tempo inscenando la versione medioevale di "haaaaaave you met Ted?" con Bronn. Una delle cameriere gli ammicca in maniera sensuale. Niente di strano. Jaime non è dell'umore adatto, manda Walder Frey a quel paese quando si sente accomunato a quest'ultimo in king's slaying, e se ne va presumibilmente a dormire. Jaime è sulla via della redenzione, gli si legge negli occhi.
Quindi ci siamo giocati una città, un re e probabilmente un'allenza e non siamo nemmeno a metà episodio.
Gilly e Sam arrivano a Old Town. Sam si scontra con la burocrazia locale, ma dimentica presto il disappunto appena mette piede i biblioteca e ha un geek-garsmo. Tutto quel sapere può dare alla testa. E pensare che adesso lo portiamo ogni giorno in tasca, senza degnarlo di uno sguardo. Ok, niente filosofia spicciola: questa roba è paro paro a DwD, anzi manca una parte succosa, che verrà spero ampiamente esplorata nella prossima stagione.
L'inquadratura va su un corvo bianco che da Old Town porta la notizia che l'inverno è arrivo. Quel particolare corvo arriva a Winterfell. Jon, in sala da pranzo, è in preda a un momento di autocommiserazione in rimembranza di quando da bambino veniva escluso dalla tavola degli Stark durante le feste. Melisandre puntualizza che almeno ha avuto un'infazia, una famiglia e delle feste, prima di ammettere di aver bruciato viva Shireen, con il benestare dei genitori, davanti a un Davos leggermente alterato. Tutto a un tratto, non far sedere un bastardo al tavolo di famiglia sembra genitorialità ad alto contatto. Davos giustamente puntualizza che Shireen è stata bruciata per nulla, tutti sono comunque morti e Melisandre non aveva capito una mazza delle fiamme. Poi chiede a Jon di condannarla a morte, mettendolo in imbarazzo: Melisandre lo ha pur sempre riportato in vita e, lui lo sa, gli farà comodo contro il Night's King. Da stratega quale si è dimostrato la scorsa settimana, si libera dall'impiccio bandendola dal Nord. Melisandre se ne parte, nella neve, probabilmente a incontrare la cricca della Brotherhood without Banners, fare comunella con Thoros of Myr e riapparire prima della battaglia finale fra Ice and Fire. "I was ready to die for many years", Dopo la prima puntata non stento a crederlo. Melisandre è, incredibile ammetterlo, un personaggio positivo. Una schiava del Lord of Light, una che, nella sua potenza e nelle sue limitazioni, fa del suo meglio per fare la cosa giusta. Un alto capolavoro di GRRM, che penso lo show abbia dipinto bene. Ricordatevi quanto disprezzo destava nei vostri animi ai tempi delle prime pire e quanto invece, adesso, quello che fa sembra quasi comprensibile. Non sarà l'ultima volta che la vedremo.
Nel mentre lei si allontana, Jon e Sansa dibattono su chi si piglia la camera matrimoniale. Jon genuinamente pensa che lei dovrebbe essere la Lady of Winterfell e lo penso anche io. Se non avesse orchestrato l'arrivo dei cavalieri del Vale, non sarebbero li. L'altra settimana mi chiedevo come mai non avesse messo Jon al corrente, poi ripensandoci, e leggendo altre review, ho capito che l'ha fatto per mantenere l'effetto sorpresa su Jon stesso, che è valoroso, ma, diciamocelo, un po' coglione, con l'ansia che ha di fare sempre quello che è giusto e onesto. Se Jon lo avesse saputo, avrebbe probabilmente mandato tutto a puttane.
Dall'inverno all'estate. Dorne. Finalmente ci hanno dato un motivo per non saltare le scene a pie' pari, e cioè ci hanno servito Lady Olenna che zittisce Sand Snakes su un piatto d'oro. Sebbene fosse chiaro come il sole che splende nello scudo dei Martell, adesso è ufficiale: l'alleanza fra donne cazzute è fatta. Dorne di Ellaria Sand si unisce all'iron fleet di Yara Greyjoy e a quello che resta di house Tyrell per reinstallare Danaerys Targaryen sull'Iron Thrones. Contro Cersei Lannister, in quello che si preannuncia essere l'ultimate catfight - se vogliamo includere anche le due Stark. Le donne in thrones hanno avuto una evoluzione rimarchevole. Da oggetti sessuali e merce di scambio, a regine, conquistatrici, strateghe, streghe, assassine, vendicatrici assetate di sangue. Ogni singola parte del regno ha una donna reggente. Eccetto il Vale, ma chissà. Slowly but steady, hanno sbaragliato le controparti maschili e sono ascese al potere. È un nuovo mondo, quello che vedremo nelle prossime due stagioni, meno forza bruta e più strategia, forse. E se quella non dovesse funzionare, ci sono sempre i draghi. Speaking of which: Dany si libera di Daario Naharis, semplicemente perché non si parte per per l'Erasmus con i sassolini in tasca (leggi fidanzato a casa), it is known. Ottimo monologo di Tyrion, che questa stagione ha avuto ben poche possibilità di vincere un altro Emmy's, ma ci guadagna la spilletta del Hand of the King. Non sembra particolarmente entusiasta, forse perché è consapevole di quanta merda porta.
Ci spostiamo a tavola con Walder Frey, di nuovo, ma stavolta la sala è vuota. WF fa il simpatico con la cameriera di prima, chiede dove sono i figli, gli viene indicata la pie che sta per mangiare con un dito che sporge, la cameriera si toglie la maschera ed è Arya, che non mi risultava avesse imparato l'arte dei 1000 volti, né se li fosse portati a presso, né si fosse dedita alla cucina. Ma tutto questo passa in secondo piano rispetto alla immensa soddisfazione di vedere WF sgozzato, esattamente come fu sgozzata Catelyn al Red Wedding, al suono di "The last thing you ever gonna see is a Stark smiling down at you as you die". God, it felt good. Subito ogni fan del reame perdona i buchi di sceneggiatura, nasconde un sogghigno diabolico e la bavetta vampiresca. Arya, faceless assassin, con i tratti di Lady Stonehearth. Like.
A Winterfell, un inquietante Littlefinger rivela che il suo piano è conquistare l'Iron Throne e avere Sansa al suo fianco. Tenta di gettare un'ombra sul fratello, insinuando che lei dovrebbe essere a capo del Nord. Uno penserebbe che dopo che LF l'ha venduta ai Bolton, Sansa non si facesse mettere in mezzo, ma chi può dirlo. Dopo un po' Jon viene incoronato The White Wolf e King in the North, in seguito a un altro pep talk della decenne Lyanna Mormont. Sansa, che dal post-Ramsay è mono-espressiva, sembra OK con la decisione, finché non incrocia sguardo con LF e allora non si capisce più, se ne abbia paura, o se gli venga voglia di giocare a pericolosi giochi di potere.
Riecco Bran, con Coldhands, che arriva al Wall, che CH non può attraversare per via degli incantesimi. Bran non mette tempo in mezzo e si rifa un viaggio nel passato, riprendendo la visione della Tower of Joy esattamente dove l'aveva lasciata. E si rivela quello che tutta la fandom sapeva, e cioè che R+L=J, che in pratica significa che i veri genitori di Jon Snow sono Lyanna Stark e Rhaegar Targaryen. Non viene detto esplicitamente ma è implicito nella frase "if Robert finds out he will.... (kill him, ndr), you know he will. Promise me Ned". Pensavo che non esistesse persona non al corrente di questa teoria, ma parlando oggi con un amico mi sono resa conto che non tutti passano la vita a leggere forum e review e minchiate su Song of Ice and Fire. Quindi per riassumere velocemente l'antefatto:
Siamo ai tempi della dinastia del Mad King Aerys II Targaryen, il babbo di Dany per capirsi. Lyanna Stark era promessa sposa a Robert Baratheon, mentre il figlio di Aerys, Rhaegar, sposato a Elia of Dorne, sorella del compianto Oberyn Martell, the Red Viper. A una certa, Lyanna sparisce per mano di Rhaegar. Robert, il quale si è fatto ammazzare a cornate da un cinghiale, non era certo noto per la sua posatezza, in preda a follia amorosa, acchiappa Ned e iniziano la ribellione che lo porta a conquistare il trono di spade, con l'aiuto di Jaime Lannister, allora membro della guardia reale, che accoltella il Mad King (scopriamo dopo che lo fa principalmente per salvare la città dall'essere rasa al suolo dal wild fire. Ironia della sorte, ci pesa la sorella in questo episodio). Rhagar viene sconfitto per mano di Robert nella famosa battaglia del Tridente. Vinta la guerra e conquistato il trono, Robert tace sulla strage dei figli di Elia, perché Targaryen e potenziali eredi al trono, perpetrata ad opera del Mountain e ordinata da Tywin Lannister. Dany e Viserys scappano con l'aiuto di Varys a Pentos e il resto è storia. Ned, che non approva infanticidi, se ne va da King's Landing, incazzato con Robert che rivede molti anni dopo in Got S1Ep1. Ned va a cercare la sorella che, fino ad oggi, sappiamo trova morta nella Tower of Joy, dove, dice, Rhaegar la teneva prigioniera. Ned successivamente torna a Winterfell con un neonato, che dichiara essere il suo figlio bastardo e tira su come se fosse suo. Mai nomina la madre del bambino. Il libro è pieno zeppo di indizi sulla verità rivelata in questa puntata, sono contenta di parlarne nei commenti, se volete, ma non sto ad elencarli tutti perché non mi passa più. Il fatto principale è che il buon Jon è, attualmente, il vero erede all'iron throne. Considerando l'espressione che ha dipinta in volto quando lo acclamano King in the North, sarà contentissimo di saperlo. Lui se ne vuole solo stare nelle retrovie a farsi i suoi cazzi e lo mettono sempre in mezzo: prima Lord Commander del Night's Watch, poi King in the North, poi magari Azor Ahai, manco la morte l'ha strappato alle beghe.
L'episodio si conclude con Cersei regina e la flotta e i draghi in partenza per Westeros. Tutti in piedi a guardare l'orizzonte compreso Varys che era a Dorne alcune scene prima. Grandioso CGI di draghi che volano a raso dell'acqua, richiamando alla mente Top Gun.

Mancano solo due mezze stagioni e questo show sarà finito. Mezze perché hanno annunciato saranno di 7 e 6 puntate. Ci sarà una stagione dedita alla riformazione di alleanze e una dedita alla battaglia finale con il Night's King.
Questa stagione è stata acclamata dalla critica come la migliore.  Per me è stata diversa, la prima che ho guardato con il cuore in gola perché, come tutti i fan, non sapevo che cosa mi sarebbe aspettato. Al di là di voler trovare i peli nell'uovo, perché alla fine la televisione ha da riportare tanti fatti, in maniera seguibile anche dallo spettatore casuale, e non ha il budget di un film della Marvel, ho trovato questa stagione molto bella, ma più scontata, un po' tirata via e con buchi di sceneggiatura qua e là. Non capisco se perché oramai lo show volge al termine e quindi molti fili narrativi devono venire a un capo in un tempo ragionevole o se non me ne sono mai accorta prima, perché già possedevo tutte il informazioni necessarie. Trovo però sbagliato approcciarsi a una serie TV fantasy con aspettative di congruenza e organicità troppo alte. Uno show è uno show. nonostante lo si erga spesso a imperituro capolavoro. Forte di questa prospettiva, ammettiamo che a questa stagione non è mancato molto. Ci ha regalato morti a volontà - alcuni dei quali aspettavamo a gloria, colpi di scena, rivelazioni cruciali e battaglie epiche. Abbiamo visto gli amati Stark risorgere dalle ceneri - ed era anche l'ora-, le donne erigersi a guerriere e reggenti, i personaggi principali convergere verso luoghi comuni dopo 6 anni di diaspora. La scena finale non è un cliffhanger ma la visione mozzafiato di una flotta che salpa verso una grande impresa.
Un anno sarà lungo a passare, ma spero che fra oggi e l'inizio della stagione 7 a aprile prossimo, esca finalmente Winds of Winter. Intanto non ci resta che sedersi, rilassarsi, e, forti della conoscenza del "come va a finire" mettersi li e riguardare tutto dal primo episodio, per assaporare i dettagli e godersi i dialoghi fino all'ultima parola.

Monday, 20 June 2016

Game of Thrones S6Ep9 - Battle of the Bastards


Real time recap, per fare una cosa diversa.
Mi sto approcciando a questo episodio col cuore in gola come se dovessi sostenere un esame. A metà fra il volerlo guardare e il non volerlo guardare. Non vedo l'ora di averlo visto per poterlo riguardare senza avere questo patema d'animo da ignoto. Del resto cosa ci si può aspettare da una che spesso ha letto l'ultima pagina dei libri per poterseli godere.
Dai titoli di inizio ci sarà Meereen e si sarà un sacco di Nord
Ecco che comincia.
Meereen: Tyrion tenta di difendere la sua posizione. Sento il rumore delle unghie che scivolano giù dagli specchi. Dany vuole bruciare tutti, nel suo stile e quello della sia famiglia."My reign has just begun" Fair point Mother of Dragon. WFT. Tre draghi in cielo e l'esercito dothraki a terra. Che spucinio. Navi in fiamme (non tutte, perché fanno pur sempre comodo), soldati abbandonano i master, due su tre master vengono sgozzati, uno risparmiato a testimoniare il non proprio magnanime atteggiamento di grazia della regina. Point made Mother of Dragons.
Nord: una delegazione di Stark e amici incontra una delegazione di Bolton e amici. Ho il batticuore, madonna come è odioso Ramsay. Ramsay chiede la resa, Jon propone una singolar tenzone fra bastardi, Ramsay sghignazza, battaglia è dichiarata. "Your are going to die in the morning, Lord Bolton. Sleep well". La vedo molto male per Rickon. Lo sguardo di Lady Mormon è impagabile.
All'accampamento di #teamJon si fanno piani, Sansa dà consigli inascoltati, Davos cammina come faccio io in questo momento perché non sto nella pelle dall'agitazione, finché non trova il giochino di legno che aveva dato alla povera Shireen e suppongo capisca ogni cosa. Magnifica inquadratura dell'alba.  La notte prima di una battaglia deve essere terribile, o terribilmente eccitante, a seconda di che tipi si è, immagino. Potrebbe essere l'ultima notte della tua vita, infondo, e quindi deve essere memorabile. Io non avrei saputo vivere in tempi così incerti.
Meereen: Yara e Theon hanno raggiunto la meta, offrono a Dany la flotta in cambio del salt throne (lo chiamano così vero? non mi ricordo che abbia questo nome in SoIaF), come predetto fra donne si intendono e forse saremo deliziate da qualche altra scena lesbo. Yara sta lentamente diventando il mio personaggio femminile preferito "we don't demand, but I'm up to anything, really". La prossima stagione vedrà Dany navigare con un improbabile esercito di selvaggi verso Westeros e, ribadisco, se la intenderà con Dorne. Sono sicura.
Nord: ultima mezz'ora è tutta battaglia dei bastardi - e io sto scrivendo dopo i titoli di coda e il trailer del finale di stagione.
Si comincia subito male con Ramsay che gioca al gatto e topo con povero Rickon, che in men che, non si dica, muore. Perché c'è necessità di uno Stark morto per stagione. Da una parte meglio perché almeno ci siamo subito tolti il pensiero. La battaglia è epica. Chi se ne intende dice che è stata una delle migliori battaglie viste un TV, io credo a chi se ne intende. Fatto sta che viene vinta da chi di dovere, #teamJon, in maniera soddisfacente e con l'aiuto di Littleflinger, e l'esercito del Vale, a cui Sansa aveva sapientemente chiesto aiuto e a cui dovrà pagare un prezzo, si suppone, bello alto.
Solo una sfilacciatura: perché Sansa traccheggia nel dire a Jon che ha scritto a LF? Perché tenere nascosta una risorsa del genere? Evidentemente solo per salvare il colpo di scena, che però è molto simile all'arrivo dell'esercito di Stannis che salva Jon durante lo scontro wildlings/crows. Fatto che sta a Jon sempre qualcuno gli salva icculo. Ma non sottilizziamo. Jon è sempre Jon, ha combattuto co valore. Si merita di essersi ripreso Winterfell. Ora che il facile è fatto, ha urgenze più pressanti.
Direi che come twist per cambiare le sorti della battaglia, avrei preferito che Jon Umber fosse stato doppiogiochista, invece di uno stronzo qualsiasi come di fatto era. D'altra parte la mia teoria del complotto già traballava dopo la morte di Osha e, come abbiamo apprezzato l'altra settimana, non essendo GoT Agents of SHIELD, quello che si vede è quello che è: Arya vagabondava per il mercato come una bischera e House Umber aveva davvero tradito House Stark. In questo il libro, spero, ci sorprenderà.
La scena migliore della battaglia, che a differenza di tante battaglie viste, sopratutto nel film di Marvel e DC, non sembra una battaglia di soldatini, per me è stata quella in cui Jon viene quasi sepolto vivo da corpi che stanno restando stritolati dalla morsa della fanteria nemica. La scena è girata dal suo punto di vista, perde fuoco, visuale, i suoni diventano ovattati. Jon sta scivolando nel buio che aveva visto da morto e decide di risorgere, per la seconda volta. Si fa breccia verso lo spiraglio di cielo, fra i corpi ammassati, il sangue e le armi e quando riesce a respirare di nuovo, sente i corni dei cavalieri del Vale che stanno arrivando. Ah, anche Tormund che stacca l'orecchio di Smalljon con un morso ha avuto un suo perché. Ah, anche Wun wun che butta giù il cancello di Winterfell a cazzotti.
E finalmente, dopo tante preghiere, siamo stati deliziati dalla dipartita di Ramsay Snow, Bastard of Bolton, dilaniato dai suoi amati segugi, come io avevo predetto e tanto sperato. Grazie D&D per avermi fatto contenta. Dormirò una notte serena e, se mai avrò un cane, cercherò di non scordarmi di dargli da mangiare. Un'altra sfilacciatura: Sansa non era presente quando Ramsay dice di non aver nutrito i segugi per 7 giorni, e, suppongo, la sera al campo Jon and C. avessero argomenti più urgenti da discutere che riportare le bravate del bastardo. Ma insomma di nuovo non sottilizziamo.
C'è solo un piccolo tarlo che ho piantato nel cervello. "You can't kill me, I'm part of you now"... L'ultimo trick, l'ultimo colpo basso, l'ultima terribile giochessa del bastardo dei Bolton. Non sarà mica Sansa incinta? "your words will disappear, your house will disappear, your name will disappear, all memories of you will disappear" e se è incinta, che intende fare del bambino? e comunque, chi è quella che veste i panni di Sansa Stark?
"they are loyal beasts" "they were, now they are starving".
Giustizia è fatta, vendetta è consumata, lo stendardo degli Stark sventola giù dal suo legittimo muro. Abbiamo perso Wun Wun e Rickon, ma non c'è guerra senza perdite. Amen e buonanotte.
Che puntata. Che puntata!


Wednesday, 15 June 2016

Game of Thrones S6Ep8 - No one

L'ho talmente tanto a noia quando c'è Ramsay, che sono tornata indietro a riguardare i crediti iniziali per vedere se compariva o no il nome di Iwan Rheon, poor guy, che sembra anche un bravo ragazzo. No non c'era. Allora mi sono rilassata e goduto l'episodio, che però forse è stato il meno interessante degli 8 finora usciti.



Braavos: Mentre Lady Crane interpreta un versione, sempre rivista, ma più realistica di Cersei, Arya, sbudellata, riesce a nascondersi dietro le quinte. Lady Crane la rattoppa, confessando che ha imparato l'arte della medicazione accoltellando fidanzati, le dà la minestrina e la mette a nanna. 
Alla fine dell'episodio, la Waif scova Arya, ammazza lady Crane, c'è un inseguimento alla Captain America versione medioevale, fino a quando Arya, sanguinante, porta la Waif nel posto dove aveva nascosto Needle e, nel buio pesto, la fa fuori off screen. Torna alla House of Black and White solo per annunciare che lei è Arya Stark of Winterfell e va a casa. Troverà un bell'ambientino. 
Tutta questa parte era e rimane un po' così, a metà fra lo sfilacciato, tirato via, poco organico. Suppongo Jaqen H'ghar avesse come scopo, fino dall'inizio, quello di dare a Arya gli strumenti per diventare una ottima assassina combattente, Fosse per tornare a casa vincente o restare come adepta dei Faceless Men, fosse per un disegno superiore, o solo perché gli era stata simpatica non è al momento dato sapere e forse poco rilevante. Arya Stark giocherà un ruolo essenziale nella riconquista di Winterfell, quindi, magari sgozzerà Ramsay cavalcando Nimerya e ne indosserà il volto per liberare Rickon (se nel frattempo non è stato scuoiato già e dato in pasto ai segugi come da tradizione).  

Riverland: The Hound, di nuovo nei suoi cenci, sbudella una manica di campeggiatori, associati con il massacro dell'altra settimana.
Dopo un po' si intromette in una gioiosa impiccagione fra compari, dove con il cappio al collo sono i massacratori restanti e i perpetuatori della pena niente po' po' di meno che Beric Dandarrion e Thoros of Myr. Scopriamo che il delinquenti erano una parte andata in malora della Brotherhood without Banners, che sta venendo punita dalla Brotherhood stessa. Assolutamente per impiccagione, come tributo a Lady Stonehearth. Beric esorta Sandor a unirsi, di nuovo, a loro e a dirigersi a nord, dove, oramai è noto, si gioca la vera partita. Il Lord of Light e i suoi seguaci hanno, quantomeno, le idee chiare e la visione corretta delle cose. Ci sta che anche arrivino in tempo per la battaglia di Winterfell. Ripensandoci, Ramsay potrebbe venir ammazzato da Arya a Hound a quattro mani, con ascia e spada e dato in pasto a Nimerya e Ghost.

Meerene: Tyrion e Varys si congratulano a vicenda per aver raggiunto l'accordo con gli schiavisti, che ha portato a un'apparente stato di pace e rinascita. Varys prende la via del mare per cercare appoggio a Westeros. 10 a 1 che si dirige a Dorne, aizza tutte quelle donne, che unite a Yara e Danaerys , probabilmente conquisteranno Westeros e anche quello che c'è un po' più là, dove Arya farfugliava di voler andare alla scoperta.
Un paio di scene dopo, almeno 5 minuti di tempo prezioso vengono sprecati in terribili battute fra Tyrion, Greyjoy e Misandrei, che forse sono il peggior terzetto del mondo conosciuto. Vedere Tyrion ridotto a giullare di corte mi imbarazza. Nel mentre, le navi dei schiavist si avvicina alla chetichella e bombarda ogni cosa. Evidentemente la pace era solo apparente e la dialettica non funziona con tipi di quella risma, come sapevano gia' Greyworm e Misandrei. Quando tutto sembra perduto, Danaerys entra nella grande piramide, tutta trafelata dalla cavalcata di Drogon, con la stessa espressione che la mamma di Sally and I avrebbe avuto se fosse entrata in casa prima che il Cat in the Hat avesse riordinato il casino creato da Thing 1 and Thing 2. 

King's Landing: Cersei viene chiamata al cospetto dell'High Sparrow nel confessionale della chiesa e lei garbatamente rifiuta. L'ultima volta che è andata là è stata rasata e zero e costretta a camminare nuda per strada, fra lanci di pomodori e uova marce, quindi ha un microgrammo della mia simpatia. Ci becchiamo la quote della settimana "I choose violence", una performance di Mountainstein di quelle sue, ammiccamenti e risatine sarcastiche. Cersei ha vinto una battaglia a gavettoni, povera cucciola.
Qualche scena dopo Cersei assiste a un'annuzio regio, nella sala del trono a cui non è ammessa, dove si proclama luogo e data del suo processo e di quello di Loras. Si proclama inoltre che il trial by combact, in quanto pratica barbara, viene proibito in tutti i sette regni seduta stante. Gli imputati verrano giudicati da 7 fanatici religiosi e dagli dei. Sono insomma in ottime mani. Ciao ciao Mountainstein, ciao ciao Claganebowl - e, a come stanno cose adesso, ciao ciao Cersei e Loras. La scena si chiude con Qyburn che farfuglia che "le dicerie erano vere", il tutto vuole essere molto criptico, ma io sospetto che abbia a che fare con le visioni di wildfire di Bran. Cersei, come ultima risorsa, burn them all. Non mi dispiacerebbe che la Sept of Baelor saltasse in aria con una esplosione di verde. Se non mi sbaglio, in FfC, Cersei fa salatre per aria con il wildfire il Red Keep, per stanare Tyrion dopo la morte di Tywin. Suppongo che anche quella parte di libro venga ritirata fuori anche se elaborata e corretta.

Riverrun: Qui si svolge il centro dell'azione e, francamente, questo è l'unico set per cui vale la pena di ri-guardare questo episodio. Brianne e Pod arrivano e trovano il castello dei Tully assediato dei Lannister e dei Frey. Brienne vede da lontano Jaime, prima di essere raggiunta dalle guardie e portata al suo cospetto. Ci sono un paio di scambi divertenti fra Pod e Bronne, su chi si vuole scopare chi e su chi porti a casa la pelle, fra chi combatte con onore e chi no. Come sappiamo dai tempi dell'Eyrie, Bronne è un teorico della seconda opzione. 
Lo scambio fra Jaime e Brienne è magistrale. Jaime, è in bilico fra onore e fedeltà alla proprio casata, sa che l'assedio è frutto di un tradimento, sa che non è la cosa giusta da fare, ma non può fare altrimenti, perché resta sempre Jaime Lannister, erede di Casterly Rock. Brienne, formale e piena di onore, funge da grillo parlante e sorte l'effetto sperato. La parte della spada è toccante.  Continuo a pensare che fra i due ci sia anche qualcosa di vicino a attrazione, ma non so se mai lo show potrà andare in quella direzione. Brienne ottiene di parlare a Blackfish, riportando la richiesta di aiuto di Sansa. Blackfish rifiuta di cedere il castello e cavalcare a nord in aiuto alla nipote.
Poco dopo, un altro memorabile scambio avviene, questa volta fra Jaime e Edmure Tully, fedelmente a FfC. Jaime ricatta Edmure e minaccia di catapultare il figlio che non ha mai incontrato al di là delle mura del castello e sgozzare ogni Tully che gli si pone davanti per poter tornare da Cersei. Ottiene che Edmure, come lord e erede di Riverrun, apra i cancelli e ceda il castello, esattamente come succede in FfC.
Un nota a margine. Tutta questa parte viene descritta dal punto di vista di Jaime, che in in FfC e' un POV. Non potendo leggere il tutto scritto dal suo punto di vista, è difficile per l'osservatore casuale capire che cosa gli passa per la testa. Jaime sta avendo una crisi di coscienza. Questo bluff con quel tonto di Edmure serve a far si che il castello venga ceduto limitando inutili spargimenti di sangue. Nicolau CW è molto bravo a lasciar intendere, con le espressioni facciali, quanto sia travagliato, quando il Jaime che assedia Riverrun, eseguendo comandi reali, sia diverso dal Jaime che laciaBran dalla finestra nella prima stagione, allora solo mosso da fini egoistici e dalla volonta' di impressionare e salvare il culo a Cersei. Anche la stessa frase "the things you'd do for love", ha un altro sapore. Temo pero' che solo i lettori forse riescono a apprezzare a pieno le varie sfumature racchiuse in quelle poche scene.
Non mi stupirebbe se Jaime guidasse l'esercito a Nord in soccorso a Brienne e agli Stark in un twist degno di SoIaF.
La scena finisce con lui che guarda nel buio, apprende della morte, off screen, del Blackfish, vede la barca di Brienne e Pod, e saluta senza tradire l'amica/compagna cavaliere e denunciarne la fuga alle sue truppe e' forse la parte migliore dell'episodio. In tutto questo casino, c'e' dell'onore nascosto nell'animo del Kingslayer, lo stesso onore che gli ha fatto cedere Oathkeeper per adempiere il giuramento fatto a Catelyn Stark. Brienne e' la parte migliore di Jaime.
Teoricamente, l'esercito Tully dovrebbe essere lasciato libero una volta abbandonato il castello e non è detto che alla fine non trovino la via del nord, magari unendosi alle truppe di Littlefinger che passano di là. La sconfitta del Blackfish, così in sordina, mi ha lasciato lo stesso amaro in bocca della caduta di Sir Selmy per mano di una manica di ciarlatani in maschera d'oro. Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno. Show, ti prego, non ci ammazzare il povero Pod.

In definitiva una puntata un po' così. Senza lode e senza infamia. Mi sbaglierò ma non mi sembra difficile prevedere dove andranno a parare gli eventi (non lo dico per non rovinare la sorpresa a chi si guarda lo show senza pensarci tutta la settimana successiva, in caso avessi ragione). Sarebbe divertente se tutti, Starks, Tully, Arrys, Lannisters, Hound, Jaquen, Brienne, dopo essersi litigati a morte per anni, si trovassero uniti a combattere il Night's King. 
La settimana prossima sarà tutta dedicata alla battaglia a Nord, come ogni nona puntata che si rispetti e io sarò costretta a sorbirmi Ramsay e le sue risatine e magari anche la scuoiatura del povero Rickon. Mi consolo al pensiero che sarà una puntata piena di Jon Snow e spero in un qualche apocalittico colpo di scema, che a questo punto è più che dovuto.

Wednesday, 8 June 2016

Game of Thrones S6Ep7 - The broken man


Da qualche parte nel Riverland: Per 10 o 20 secondi, sia io che John abbiamo pensato di aver sbagliato show. Sapeva un po' di cagata bucolica-surreale tipo Lost, ma con la colonna sonora giusta (infatti l'idillio bucolico non è durato molto). L'unico cold opening della storia di Westeros ci ha rivelato in men che non si dica che Sandor Clagane, the Hound, è sopravvissuto alla spada di Brienne e cerca di rifarsi una vita al riparo dalla violenza, al servigio in una manica di pacifisti fricchettoni. Il septon impersonificato da Ian McShane, è la versione dello show dell'Elder brother, che incontriamo durante i capitoli di Brienne e che dice a Brienne e a Pod di aver seppellito lui stesso Sandor. Nei libri non è chiaro se the Hound sia vivo o morto, anche se la teoria che fosse sopravvissuto gira da mo' fra i fan. Nonostante cerchi di sfuggire dalla violenza, la violenza lo scova ben presto e richiama all'ordine, peccato sia stato per mano di una fazione rouge della Brotherhood without banner, che dovrebbe essere invece dalla parte dei più deboli. Alcuni pensano che questo porti a una pseudo versione di Lady Stonehearth, ma io non sono sicura. LS vuole i Frey (e tutti quelli coinvolti nel Red Wedding) morti, non si accanisce contro i poveracci. Penso che quei tre fossero un semplice plot device per portare Sandor a re-impugnare l'ascia. "The God aren't done with you yet... something greater than us, whatever it is, has got plans for Sandor Clagane". L'ipotesi più probabile è che il nostro Hound si diriga a KL e rimanga coinvolto nel trial di Cersei, scontrandosi con il fratello Gregor Clagane Mountainstein, in quello che il we gia' chiama "The Clagane Bowl". Non escludo che incocci in Arya prima della fine.
Nord: Jon, Sansa e Davos sono in missione reclutativa. Convincono i wildlings a unirsi alla causa della riscossa di Winterfell, con buone ragioni: se il nord resta in mano ai Boltons, avranno vita breve, o per mano dei Boltons o per mano del Nigh King, e fra i due non so bene chi sia peggio. Convincono lady Lyanna Mormont di Bear Island, che riconosce un solo re e il suo nome è Stark, ma che non manca di puntualizzare, sarcasticamente, che ha di fronte uno Snow e una Bolton ("or a Lannister, I heard confusing reports"). In realtà lady Lyanna viene convinta da Davos-big-speech e dallo spauracchio dei morti viventi alle calcagna, che di sicuro fa più presa su una ragazzina di 10 anni che non su un omone grande e grosso come lord Robett Glover. Costui manda tutti a cagare per direttissima, con un'argomentazione solida: perché dovrebbe marciare contro i Bolton, che gli hanno aiutato a recuperare il castello saccheggiato e occupato dagli Iron Born e credere in questi, quando l'ultima volta che l'ha fatto, proclamando Rob "King of the North", c'ha guadagnato la famiglia sterminata e il culo per terra? Non lo si può certo biasimare. Tanto più che gli si chiede di combattare a fianco dei wildlings, che ha passato la vita intera a combattere.
L'accampamento è un po' squallido e poco convincente, ma Jon Snow, che però è un po' sottotono da quando è tornato in qua, vuole marciare lo stesso verso Winterfell prima che faccia troppo freddo. I combattenti passano il tempo a litigare e sembrano incuranti del fatto che fra si loro si aggira un gigante. Sansa, convinta che siano necessari più uomini, scrive una lettera a... vabbè chiaramente a Littlefinger. Tutta sta manfrina è parte di DwD e di WoW (capito di Theon rilasciato), solo che a capo della campagna di reclutamento delle casate del nord c'e' Stannis. Stannis, e non Roose Bolton, aiuta House Glover a recuperare il castello e prende prigioniera Yara (nel libro Asha) Greyjoy, che incoccia in Theon fuggiasco a Winterfell. House Glover, quindi, si unisce alle fila di Stannis e mostra una notevole tempra, nel freddo del nord, a differenza delle casate del sud che pian piano soccombono alle temperature averse dell'inverno in arrivo.
King's Landing: appare chiaro che Margaery sta giocando a fare la pia confessa. Meno chiaro se l'High Sparrow sia al corrente della commedia e reciti a sua volta. Lo scopriremo presto, probabilmente la prossima puntata. Nel mentre, lady Olenna viene rispedita a Highgarden, non prima di freddare Cersei con un altro discorsetto al vetriolo. A KL si richiede dell'azione, perche' sono 7 puntate che si parla di che fare, ma si fa poco, in linea con quello che spesso succede a me, che perdo piu' tempo in meeting a parlare di che fare, piuttosto che a farlo.
Riverrun: Blackfish domina la scena (e la puntata), zittendo Freys e Lannisters a colpi di occhiatacce, onore e onestà. Tutto questa parte è presa pari pari dalle pagine di Feast for Crows. Jaime, che invece di andare a vaganbondare a Dorne, viene spedito qua a fare l'agguato al ex-castello Tully, che era stato assegnato ai Frey come dono post-Red Wedding, ma era stato riconquistato dal Blackfish a suon di colpi di spada. Considerando come si presentano i Frey, con quel cappellino, non deve essere stato nemmeno troppo difficile. I fatti si fa presto a raccontarli: Jaime arriva baldanzoso, piglia per il culo i Frey anche se è chiaramente come sparare sulla croce rossa, salva Edmure Tully da una finta impiccagione, cerca di trattare con il Blackfish e viene mandato a cagare. FfC non va molto oltre questo, in quanto a fatti, ma in quando a evoluzione del personaggio... oh, si che si fanno passi da gigante. Jaime continua il suo percorso di "redenzione", iniziato ai tempi in cui gli e' stata mozzata la mano ed arriva addirittura a non rispondere alla chiamata di Cersei, che lo vuole come campione nel suo trial by combact. Show-Jaime ha avuto vari alti e bassi redentivi: sembrava andare nel verso giusto prima di tornare a KL, ma poi a KL ha ripreso a fare il coglione. Speriamo che l'incontro con Brienne, la settimana prossima, lo faccia di nuovo riflettere su cosa è giusto e cosa è sbagliato. Sarà molto interessante. Ricordiamoci che quando Jaime dette a Brienne Oathkeeper gli disse di mantenere per lui la promessa che aveva fatto a Catelyn Stark, cioè di trovare e mettere al sicuro Sansa e Arya. Adesso Brienne viene a chiedere rinforzi in nome di Sansa. La posizione di Jaime sarà abbastanza delicata - il teaser dell'episodio 8 non promette benissimo-.
Braavos: Arya cammina spavalda per le vie del mercato, cerca di svignarsela verso Westeros, viene accoltellata dalla Waif, si butta nel canale, raggiunge, ferita, le scale, si salva e cammina arrancando per le vie del mercato di cui sopra. Tutta questa parte e' totalmente off. 1) come pensa si sfuggire così facilmente alla House of Black and White?, 2) perchè passeggia per strada disarmata?, 3) come cazzo fa a non essere belle morta sul colpo? 4) come cazzo fa a non essere morta da infezione dopo che si è tuffata sanguinante in quell'acqua sudicia? 5) come mai nessuno caca una povera ragazza ferita? 6) ma perché, di grazia, perché la Waif ce l'ha così tanto con lei? Questo plot non ha senso. Manca qualcosa. Manca un twist, un colpo di scena, una spiegazione. Qualcosa. Il web dice che Arya non era Arya. Mi sembra un po' tirato per i capelli, ma sarebbe un'evoluzione migliore che se invece Arya è Arya ed è stata accoltellata come una sprovveduta qualunque e si salva da ferite/caduta/infezione grazie a qualcuno che incontra al mercato (lady Crane? Gendry?).
Volantis: Gli iron born, fuggiaschi, si divertono in un bordello. Theon, comprensibilmente, sembra più depresso del solito. Resta facile preda di battute sarcastiche della sorella, che, in un moto successivo di sensatezza, gli fa un motivational-speech e gli dice che ha due opzioni: o si ammazza o si ripiglia. È così che si gestisce la depressione nelle Iron Island. A volte mi chiedo se questo non sia il modo giusto in generale. Yara vuole arrivare a Meeren e trattare con Danaerys. Dato che a una servono navi e all'altra draghi, fra donne ci sta anche che si intendano.

Il Riverland ha dominato le scene. Il ritorno dell'Hound, il broken man del titolo, ha un suo perché, ma al Blackfish va l'oscar della settimana. "Sieges are dull, I wanted to meet you in person, to get the measure of you. Now I have. I'm disappointed". Aspetto con ansia l'evoluzione di questa storyline.
A chi si lamenta che Jon Snow è fiacco, ribatto che è invece perfettamente in tono con il suo personaggio: Jon non è un violento, combatte valentemente per dovere o onore, ma non gli piace. Ed è stanco, molto stanco. Lo dice lui stesso a Sansa, arrivata proprio prima che lui se ne potesse andare in vacanza al mare. Figuriamoci che voglia ha di patire freddo attaccando dei pazzi scriteriati che occupano quella che forse non ha mai, completamente, sentito casa sua, sapendo, oltretutto, che quella battaglia è nulla in confronto a quella che ha da venire. "Make no mistake" the dead are coming..." Per uno che non sa nulla, sa fin troppe cose, povero Jon. Sansa è invece, giustamente, assetata di sangue e vendetta, ma rimpiangerà la scelta di chiedere aiuto a Littlefinger.
Su Arya e Cersei già ho detto. Un'altra settimana senza Ramsay, un'altra puntata da almeno 8+.

Wednesday, 1 June 2016

Game of Thrones S6Ep6 - Blood of my Blood


Beyond the Wall. Night's King, White Walkers, creazione White Walkers, caduta dalla torre, decapitazione di babbo, sgozzamento mamma, uccisione fratello, 'where's my sister?', corvi, Mad King, 'burn them all', uccisione Mad King per mano di Jaime, wildfire, moltissimi zombie.
Mentre la povera Meera si fa il culo a trascinare la slitta nemmeno fosse Rudolf the Red Nose Reindeer, Bran si fa Game of Thrones season 1-5, più antefatto, per endovena in un trip degno di Woodstok. Bran desta il mio interesse solo quando siamo portati dentro al suo cervello. Si risveglia solo per puntualizzare l'ovvio, e cioè che Hodor alla fine la porta l'ha dovuta lasciare andare e gli zombie stanno arrivando. Ma arriva anche zio Benjen a salvare capra e cavoli. Zio Benjen, che, ricordiamo, abbiamo visto l'ultima volta nella prima stagione, al Wall, in partenza per un giro di ricognizione di là dal muro, non è esattamente vivo. È stato prima ammazzato dai WW e successivamente rinvivito dalla magia del Children of the forest, che, a quanto pare, gli hanno piantato un paletto di ossidiana nel cuore. Ossidiana (aka dragonglass) è l'unico elemento in natura capace di far esplodere un WW, un po' come il paletto di frassino di Buffy the Vampire slayer coi vecchi vampiri di Sunnydale.
Zio Benjen è un personaggio dei libri, che lo show non aveva ancora tirato fuori dal cappello e che, anzi, pareva avesse tagliato, con sdegno e polemica da parte dei puristi di tutto il mondo. Il personaggio in questione è Coldhands e i fans, da almeno un decennio, ipotizzano fosse il long lost uncle Ben. Nel libro, Coldhands aiuta Sam e Gilly a passare il muro e, successivamente, aiuta la compagnia dell'anello a raggiungere il Three Eyed Raven. Non è mai stato confermato che fosse davvero morto, ma tutti gli indizi lo lasciavano intendere. E con questo siamo a quota due Stark resuscitati, quota due fan theories confermate e a zero avanzamento del plot di Bran, che non riesco a farmi piacere se non per i flashback. Ma sono quasi sicura che sia a causa degli zombie e delle palle di fuoco. Ora che è il nuovo Three Eyed Raven vediamo che succede, se non ho capito male si dirige a Castle Black dove, con un po' di fortuna,  potremmo gioire di ben tre Stark, vivi, contemporaneamente sullo stesso set.
Horn Hill. Sam e Gilly arrivano in carrozza alla mansion dei Tarly e ricevono un'accoglienza della minchia da parte del capo famiglia Randyll Tarly, la cui fama l'aveva preceduto. Nella cena più tesa della stagione, Sam prende di grassone senza spina dorsale, Gilly della puttana e il povero baby di half breed bastard. In italiano non riesco a rendere l'offensività di quest'ultima definizione, "breed" si usa solo per gli animali e un "half breed" è un incrocio, come il mulo. In un colpo solo, l'essenziale Randyll ha dato a figlio e nuora di bestie di specie diverse. Un elegante lavoro di sintesi. Ma tutto è bene quel che finisce bene e i tre non graditi ospiti se ne partono nella notte, rubandosi anche la spada di famiglia, Heartsbane, che essendo di accaio di Valarya potrebbe anche torna utile nell'ammazzare un paio di WW. Avrei preferito un faccia a faccia Sam/Randyll, ma apprezzo che questo sviluppo sia più in linea con il personaggio di Sam, che, sì, ha fatto passi da gigante, ma che, come molti nei suoi panni, una volta nella casa paterna, regredisce ad adolescente impaurito.
Kingslanding. Tommen è il re più farlocco della storia di Westeros, servo della gleba e alla mercé di chicchessia abbia una parvenza di autorità. Da qualche parte all'inferno Joffrey se la ride di gusto. Tuttavia, le politiche di KL sono interessanti: Margaery, che la sa lunga, deve avere un piano diabolico in mente. Non me la vende con quella faccia da pia pentita, non ci credo che si sia convertita e abbia in mente di abbandonare Loras. Credo invece che abbia pensato che, non potendo battere l'High Sparrow, le conveniva farselo amico, dandogli un pasto il re. A parte questo twist, che vede l'High Sparrow dare scacco al re, letteralmente, confermare la sua posizione di influenza nella capitale e liberarsi elegantemente di Jaime Lannister, le scene a KL contano perle notevoli, sopratutto le espressioni di Jaime di fronte al discorso alle truppe di Mace Tyrell, tutte le performance di Jaime, a dire il vero e, non ultima, la stizza di Lady Olenna. Jaime viene, infine, spedito a Riverunn, dove incontrerà Brienne e si troverà nella di lei opposta fazione. Tutti i nodi tornano al pettine della fine di FfC, come volevasi dimostrare. Nei libri, a questo punto della storia, Jaime è in rotta con Cersei, al punto di non rispondere alla di lei lettera che lo implora di rappresentarla nel trial by combat. Nell'evoluzione del personaggio della carta stampata, questo è importante per far compiere a Jaime un percorso di "redenzione" che nello show è stato compiuto prima che Jaime tornasse a King's Landing. Nello show sembra si sia oltre questo punto, sembra che Jaime stia regredendo a vintage Jaime, animato da sete di vendetta e poca lungimiranza. Lui e Cersei sembrano più uniti e forti di quanto siano stati dalla prima stagione e anzi sembra Cersei, adesso, quella di buon buonsenso. Immagino che la partenza di Jaime per Riverrun faccia prendere a tutta questa storia una piega diversa.
Braavos. Continua l'opera di revisionismo storico di GoT S1-5 a opera della corona. Arya non porta a compimento il suo dovere di assassino, che gli procura una condanna a morte. Recupera tuttavia Needle e molto presto lascerà l'House of Black and White, spero non prima di aver infilzato la Waif, che in tutta onestà ha rotto le palle. Almeno che non venga fuori qualcosa di strafigo che la riguarda, tutta questa messinscena del suo odio per Arya non ha senso. Onestamente non vedo l'ora che Arya lasci Braavos, che spieghi le ali verso lidi in cui le sue abilità possano essere messe a miglior servigio, tipo a Winterfell, dove potrebbe spellare Ramsay con Needle e darlo in pasto a Namerya. Questa scena, a pensarla tutta, potrebbe essere parte dell'ultimo episodio. Dovrei essere io a scrivere le sceneggiature.
Twins. Walder Frey è incazzato perché i suoi figli, nipoti o quel che sono, hanno perso Riverrun. Ci sono tutta una serie di giochi di parole su come non si possa perdere un castello, il tutto è abbastanza comico, sopratutto perché il vecchio Walder non sembra assolutamente preoccupato del fatto che, intanto, a nord, sua figlia sia stata dato in pasto a dei segugi e un esercito di morti viventi stia per attaccare le 7 kingdoms. Sembra invece imbestialito che le casate di Riverland gli ridano dietro. È buffo come la vecchiaia faccia perdere la prospettiva delle cose. Walder Frey è come un vecchio nonno che si incazza perché il giornalaio non gli ha messo via il quotidiano preferito, ma non si preoccupa degli usurai alle calcagna. Solo che Walder Frey, a differenza del vecchio nonno, ha molta più voce in capitolo di quanto mai dovrebbe essere concessa a quell'età.
Dothraki sea. Dany anima le folle in groppa a Drogon. Siccome nessuno è morto nell'episodio, dovevano giustificare il budget, spendendolo in CGI. Drogon è sempre e comunque un bel vedere, adesso è pronto per ubbidire alla madre e combattere, anche se, di questo passo, questi arrivano a Westeros dopo la fine di dell'ultima stagione.

Molto all'acqua di rose, questo episodio. Sarà perché nessuno è morto, o perché i personaggi principali non si sono visti o perché D&D hanno deciso di farci riprendere fiato per prepararci ai prossimi quattro episodi. È stato rilassante guardarlo e riguardarlo altre due volte, ma non c'è molto da dire. L'unico vero avanzamento della storia si è avuto a King's Landing. Altrove, sia Arya che Sam hanno preso decisioni importanti, da cui non si torna indietro. Entrambi si sono riappropriati della propria identità, curiosamente, appropriandosi delle rispettive spade. Vediamo se si incontrano a Old Town. Nei libri, del resto, si incontrano a Braavos: mi aspetto che anche quel dettaglio venga prima o poi rispolverato. Walder Frey ha coperto il ruolo di comic relief ed è stato divertente tornare su quel set dopo ben due anni, cioè dal Red Wedding, in una atmosfera relativamente più rilassata. La rivelazione di Benjen come Coldhands è stata come scoprire il segreto di pulcinella, ma quello è colpa mia che ho passato anni a leggere forum, post di blog e discussioni.
Mi permetto di prevedere che ci sarà una terza e ultima rivelazione, che sarà nella Tower of Joy, che in qualche modo i Boltons cadranno e che nulla di più succederà, perché tutto il succo dell'azione deve ancora essere rivelato in Winds of Winter. Se così va, D&D sono due geni. Hanno trovato il verso di tergiversare un anno intero, rimpastando pezzi di libro accuratamente trascurati, rivelando solo qualche scoop che la fandom già aveva capito da quel dì e senza nessun reale avanzamento del racconto.

Tuesday, 24 May 2016

Game of Thrones S6Ep5 - The door


Mole town. Sansa incontra Littlefinger, nel faccia a faccia che aspettavo da cinque puntate. Non sono rimasta delusa, ma LF ha avuto, come sempre, fastidiosamente, l'ultima parola. "Did you know about Ramsay? if you didn't know you are an idiot, if you knew you are my enemy". Messo in chiaro che non vuole avere più nulla a che fare con lui e messo tutto l'audience in imbarazzo ("would you like to know about our wedding night?" ehm.. no thanks), Sansa non riesce a uscire pienamente vincitrice. All'ultimo, LF butta là l'intel che Brandyn Tully, detto Blackfish, ha ripreso Riverrun e messo su un esercito che può tornare utile alla causa Stark. Quando Sansa ribatte che userà l'esercito di suo fratello, LF non perde nemmeno l'occasione di puntualizzare che Jon è fratellastro (...). I piani di LF sono non facilmente interpretabili. Non penso punti all'Iron Throne, vuole potere, ma vuole anche restare nell'ombra (ricordiamo la quote che vorrei su una maglietta "caos is a ladder"). Suppongo il suo scopo sia (e sia sempre stato) stare sulla barca del vincitore a tutti i costi e orchestrare chi sarà il vincitore successivo. Adesso, con i Lannister in rovina, Roose Bolton morto e il centro non unificato, suppongo voglia giocare la carta della riunificazione del Nord sotto gli Stark, unica parte del regno leale, dura e d'onore. Forse il suo piano è sempre stato quello, il matrimonio di Sansa a Ramsay avrebbe dovuto servire a questo scopo, ma aveva sottostimato la follia di psyco-Ramsay. Sarebbe un grandissimo colpo di scena, se avesse le mani in pasta con gli Umber per reinstallare Rickon come lord of Winterfell. Ricordiamo che solo a Dorne, l'eredità va al figlio maggiore, maschio o femmina che sia, ma Dorne è a statuto speciale. Nel resto del regno l'eredità va al maschio e Rickon è l'unico presunto vivo.
Braavos. Arya sta effettivamente migliorando con quel bastone, ma ne busca sempre come i sette ciuchi dalla Waif in un misto di Kendo e Valetudo. Guadagna comunque un altro incarico: "give the gift" a una attricetta di teatro. Lo spettacolo è la messa in scena dei fatti di Game of Thrones season 1 e 2, dopo un notevole lavoro di revisionismo storico di partito: Cersei e Joffrey sono i buoni, Tyrion il cattivo, Ned lo stolto e Robert il villano. Quest'ultimo non è molto dissimile dal vero, a dirla tutta. Arya assiste, per la seconda volta dal pubblico, alla decapitazione del padre e derisione della sorella. È difficile non essere simpatetici per questa scena. Mentre tutto l'audience se la ride, mille ricordi dolorosi passano sul volto di Arya, che forse qui decide che lei è e sempre sarà Arya Stark. Secondo me si stanno piantando i seme della sua fuga dalla House of Black and White. Resta da capire se Jaquen H'ghar lo sappia e abbia in mente un piano diabolico, o no.
Iron Islands. Election day. Yara reclama il trono, Theon la spalleggia, riuscendo a non perdere la bussola fino alla fine, Euron Greyjoy si accaparra il titolo di re. E come? asserendo che costruirà la più grande flotta mai vista, navigherà a Meereen, sposerà Danaerys e conquisterà l'Iron Throne. Un piano impeccabile, se non che voglio proprio vederlo sedurre la Mother of Dragons, quella che ha appena fatto fuori tutti i potenziali re Dothraki. Una volta incoronato, Euron emette la sua prima proposta di legge che consiste nell'assassinare i nipoti. I quali, vedendo la mala parata, se l'erano svignata con tutta la flotta. Incredibile, ma questo set mi piace a bestia. Euron è matto abbastanza da essere interessante, diventerà il bad guy della situazione, rimpiazzando, speriamo presto, Ramsay. Ma un bad guy tridimensionale, perché di psyco senza spessore ne abbiamo già avuti due. Evidentemente hanno tagliato il personaggio di Victarion Greyjoy (è lui a navigare verso est per allearsi con Danaerys e, potenzialmente, riportarla a Westeros per farla sposare a Euron) e combinato Euron e Victarion. Nei libri Euron, a parte diventare re, non fa che fare scorribande e saccheggiare i paesi vicini, fino a quando approda a Old Town. Mentre di Victarion solo si sa che approda a Meereen. In tutta questa storia, manca un dettaglio importante, il corno Dragonbinder, arma segreta per asservire i i draghi al volere di chi lo suona. É un peccato che ai due corni, Dragonbinder e l'horn of Juramur sia stato dato poco spazio. Forse salteranno fuori o forse no. Erano gadget carini, ma la trama può restare interessante a prescindere.
Essos. Danaerys piange. Forse è la prima volta che la vediamo piangere dal primo episodio. Manda Jorah a cercare la cura della greyscale e galoppa verso Meereen alla testa del suo kalashar nuovo di pacca. Intanto back in town, il comitato di pace si congratula per aver centrato l'obiettivo. Tyrion, non solo comic relief ma anche PR, cerca di ottenere consensi pubblicizzando la Unburnt, Breaker of Chains etc, affibbiandole ancora un titolo come Herald of Security. Arruola un'altra red princest, ancora più inquietate di Melisandre, con lo stesso collare, che assicura di essere up to the job e riesce a mettere Varys, animato da sano scetticismo per il fanatismo religioso, seriamente in difficoltà ricordandogli cosa successe il giorno in cui è stato evirato. Questa rivelazione, che io sapevo dal libro, appare nuova a Tyrion, quindi assumo che lo show non l'avesse ancora tirata in ballo. Non sappiamo cosa abbia sentito dire dalla voce nelle fiamme, ma non deve avergli fatto passare notti serene.
Castle Black: Il comitato di riscossa ha intenzioni bellicose. Il piano di riconquista di Winterfell consiste principalmente nel reclutamento delle famiglie del nord fedeli agli Stark. Secondo Davos, non c'è speranza di recuperare le grandi famiglie (Karstarks, Umbers), ma ha fiducia nelle piccole famiglie. Per la prima volta vengono rammentati i Manderly di White Arbor, Easter Egg a cui i fan danno il benvenuto (Stannis manda Davos a White Arbor a reclutarli e sono loro che tramano alle spalle dei Boltons e mandano Davos a recuperare Rickon a Skagos), ma che fa un po' traballare la mia teoria del complotto degli Umber contro i Boltons e mi fa temere per la pelle di Rickon, letteralmente. Sansa butta là l'intel del Blackfish, mentendo sulla provenienza della dritta, e spedisce una riluttante Brienne a Riverrun dallo zio. Sansa potrà odiare Littlefinger, ma ha imparato da lui come giocare il Game of Thrones. Il comitato di riscossa lascia Castle Black, vestito a festa con tanto di corpetto ricamato (vorrei tanto sapere dove Sansa abbia trovato l'occorrente al Wall). La difesa del nord è in mano al povero Dolorous Edd, nuovo Lord Commander, posizione al momento meno invidiata di Westeros ("yeah, close the bloody gate").
La maggior parte dell'azione, delle rivelazioni, delle back-stories, del pathos e, anche un po', del fantasy alla pockemon, si svolge Beyond the Wall. Prima Bran impara che il Night's King è stato creato dai Children of the Forest, back in the days, per difendersi proprio dagli uomini. Poi si fa una passeggiata da solo nel passato e viene visto - e toccato - dal Night's King in persona, che adesso sa dove si nasconde e non lascia tempo in mezzo per andarlo a spazzare via dalla storia. E proprio mentre la battaglia infuria, in un tramestio di zombie e palle di fuoco, Bran si fa un'altra girata a Winterfell ai tempi gai,  a quando Ned bambino è in procinto di partire per il Vale e tutti son contenti, anche Wyllas, il futuro Hodor. Ed è qui che scopriamo l'origine scioccante del nome: Hodor è la contrazione di "Hold the door". Hodor, posseduto da Bran  che è contemporaneamente in due momenti storici, tiene chiusa la porta della weirwood mentre viene straziato, ed infine, si suppone, assassinato, dagli zombie. Nel mentre a Winterfell, molti anni prima, il giovane Hodor ha un attacco epilettico e continua a ripetere "Hold the door" che si trasforma sempre più nella parola Hodor. La scena è montata molto bene, passa incalzantemente fra i due set, quello calmo e idilliaco di Winterfell e l'inferno della Weirdwood, finchè il Bran a Winterfell sente la voce di Meera che gli dice di svegliarsi e allora il pathos sale in entrambi i set, fino al climax degli ultimi secondi, che sfuma nei titoli di coda. Mette i brividi. Diciamolo. È eccellente. Tutto, montaggio, performance, colonna sonora, pause. Tutto.
Tre osservazioni:
- Meera uccide un white walker con una lancia. Potrebbe essere stata una lancia di ossidiana. Oppure potrebbe esserci qualcosa di peculiare con lei, che potrebbe essere - folle teoria dell'ultima ora - la sorella gemella di Jon Snow e, come tale, una Targaryen, nonché terza testa del drago.
- Summer muore in maniera abbastanza senza senso. Muore per difendere il suo padrone. Ma non c'è nemmeno lotta, nulla, soccombe in meno di un secondo. Forse la sua morte sta solo a sottolineare l'effettiva minaccia che questo esercito pone. Un direwolf non fa una briciola di differenza.
- Bran è indirettamente colpevole della distruzione della weirwood, della morte del three eyed raven e dei children of the forest presenti, di Summer e della morte di Hodor, nonchè della sua demenza. Bravo Bran, un fardello non leggero da portare sulle spalle. Curiosity killed the cat. Essere stato scaraventato dalla finestra della torre, anni prima, per incapacità di farsi i cazzi propri, non gli è servito di lezione, evidentemente. Il farsi i cazzi altrui è scritto nel DNA.

Questo episodio è stato acclamato dalla critica come un capolavoro e anche a me è piaciuto molto, ma mi viene il dubbio si star perdendo obiettività. Basta vedere poco Ramsay e poi mi piace tutto.
L'origine del Night's King è stata forse tirata via, ma per la televisione va benone. Lascia quel sottile retrogusto, di quanto sia facile creare qualcosa che, scappandoci di mano, si trasforma nell'Apocalisse.  Il comportamento di Sansa ha ragionevolemente senso. Non vuole avere niente a che fare con Littlefinger e si sente sicura con Jon. Mi sentirei sicura anche io con un figone che è appena stato riportato indietro dalla morte del Lord of Light.
Nei prossimi episodi vedremo l'opera di reclutamento di Jon, conosceremo nuovi personaggi e magari assisteremo a un paio di twist. Braavos è ancora poco rilevante, c'è un po' di storia sull'origine dei Faceless Men ai tempi di Valarya, Arya continua a imparare, e prima o poi andremo da qualche a parte.
Se a qualcuno questo episodio non è piaciuto, mi incuriosisce molto sapere il perché nei commenti.

Tuesday, 17 May 2016

Game of Thrones S6Ep4 - The book of the Stranger


Come di consueto ormai, la puntata si apre a Castle Black, dove un inusualmente burlone Jon Snow dichiara di andare a sud al caldo. Non lo biasimo, anche io ho fatto lo stesso due anni fa e non avevo nemmeno fronteggiato gli White Wallkers. Se la fa e se la ride, la battuta, come si suol dire, perché Dolourous Edd ha poca voglia di scherzare, alla prospettiva di restare li da solo a fronteggiare quello che hanno visto a Hardhome. Mentre Jon rimarca che, di fatto, è stato accoltellato e quindi non si sente proprio a suo agio a restare al Wall, arriva Sansa Stark. Dopo un incredulo lungo sguardo, e 10 secondi di panico nell'audience che ha pensato che fosse un sogno, un'illusione, una visione, tutto meno che la realtà, i due mezzi fratelli si abbracciano in quella che potrebbe essere la scena più lieta da 54 puntate a questa parte. Dopo ben tre Stark-quasi-reunion (Sansa-Arya, Jon-Bran e - sigh - Arya-Ron and Cat), questa volta succede per davvero. Il web impazzisce, twitter esplode e si fanno largo anche folli teorie su un possibile matrimonio fra Jon e Sansa. Considerando che a Jon piacciono le rosse e che Sansa si sposa una volta l'anno, ci sta tutto. Mi piace che Sansa sia la colonna portante della vendetta. Chi ha detto che non ha avuto un'evoluzione ha toppato di brutto. Tutti i cazzi che ha passato, l'hanno trasformata in una che, se non altro, non ha intenzione di menare il can per l'aia, ma di spaccare il culo ai Bolton di sicuro. E vuole, sacrosantamente, riprendersi casa sua. Non impiegherà molto a vincere la riluttanza del redivivo Jon (circa 40 min). Aspetto sempre con più anticipo e ansia il suo prossimo venturo incontro con Littleflinger (guardate il trailer dell'Ep5). 
Visto il momento di calma piatta e felice riunione familiare, Davos non perde occasione di chiedere un update su Sheerene buonanima a Melisabdre e apprende da Brienne la sorte di Stannis. Apprende anche che Brienne ha la memoria lunga ed è ancora in cerca di vendetta per Renly Baratheon, di cui nessuno più si ricorda perché ammazzato due o tremila morti fa. Chissà come si evolvono gli equilibri fra queste genti, che si piacciono poco assai, ma che sono costretti a un'alleanza, seppur temporanea, per fronteggiare un male peggiore. 
Questo è l'episodio delle reunion e delle alleanze improbabili.
Nel Vale, Littlefinger, che dovrebbe essere denunciato per circonvenzione di incapace, decide di buttarsi nella mischia e marciare contro i Bolton per l'onore di Sansa Stark (che lui stesso, non dimentichiamo, ha dato in pasto a Ramsay). "Gather the knights of the Vale, the time has come to join the fray". All'inizio avevo capisco the Frey. Pensando che la notizia di Fat Walda fatta polpetta per cani fosse arrivata anche a Riverland, credevo che le due armate del centro marciassero contro Winterfell e schiacciasseo Ramsay fra loro e l'esercito del Nord. Sarebbe stato interessante, ma avevo capito male. Littlefinger dà ad intendere allo spettatore che tutto fosse parte di un articolato piano da lui prestabilito e saggiamente eseguito, ma invece io credo che la situazione gli si sfuggita di mano e che avesse, in buona fede per quanto possibile per uno come lui, creduto a un'alleanza con Roose Bolton e sottostimato la follia di Ramsay Bolton.
A Meereen, Tyrion, parzialmente ridotto a comic relief e/o paraculo, continua a cercare un dialogo con il nemico e propone l'abolizione della schiavitù in sette anni in modo pacifico e con immediato ritiro di ogni finanziamento ai Sons of the Harpy. Qualcosa mi dice che la Unburnt non sarà particolarmente contenta di questa contrattazione. 
Intanto a Vaes Dothrak, Jorah e Daario tentano il salvataggio della principessa imprigionata, la quale ha un'idea migliore: bruciare tutti i Khaal in un colpo solo, riemergere dalle fiamme come una semidea e assoggettare tutto il khalasar alla sua causa in un *epico* finale.  Epico. With fire and blood. Non me l'aspettavo davvero, puntavo su una molto più banale fuga in groppa al drago. Con un khalasar, un esercito di unsullied e tre draghi direi che si comincia a ragionare. 
Fanfact: Dany non è immune alle fiamme nei libri, a meno che della magia non sia coinvolta. Nello show, la sua pirorefrattarietà  viene confermata per la quarta volta (bagno bollente, uova nel bracere, pira funebre di Drogo ed adesso). Non c'è molto da dire. In Essos non ci sono complotti, dialoghi, chiacchiere inutili. In Essos, vale la legge del più forte, nonostante Tyrion cerchi disperatamente di portare Slaver's Bay su un registro più civilizzato. Va bene così. Essos, fra i draghi in CGI, la fotografia e un set stracolmo di comparse, deve costare già un visibilio, figuriamoci se ci si deve anche mettere a scrivere degli script articolati.
A King's Landing, dopo che Margaery si è sorbita la back-story dell'High Sparrow, si guadagna di incontrarsi con il fratello, Loras, che se la passa proprio male. Ma apprendiamo che la ragazza non è piegata, ma fa finta, cosa che meglio le riesce nella vita. Nel mentre nel Red Keep, Lannisters e Tyrells uniscono forze contro i Faith Militant. Lady Olenna non può certo permettere che la regina reggente faccia il walk of shame e decide di appoggiare i sogni di vendetta di Cersei, non prima di averle tirato le consuete quattro frecciate. Il piano è semplice e efficace: l'esercito dei Tyrell sbaraglia i Faith Militant, mentre la King's Guard si volta dall'altra parte. Se ne vedranno delle belle, perché dubito che il piano, che sulla carta non fa una piega, funzioni. "Many would die no matter what we do, better them than us". Spot on. Suona "the rains of Castamere" e the lion - chiaramente - still has claws. Anche se, a King's Landing, evidentemente hanno una prospettiva limitata su quali siano i veri problemi di Westeros, liberarsi dell'equivalente medioevale dei bacchettoni del Family Day suona di sicuro come una priorità.
Theon Greyjoy arriva, non si sa bene come,  a Pyke in tempo per apprendere che daddy è morto e che potenzialmente potrebbe anche reclamare il trono nel kingsmooth prossimo venturo, cosa di cui non era al corrente. Yara si risente di questa repentina comparsa dell'erede al trono, alla vigilia del kingsmooth, ma Theon la rassicura che non ha altro fine se non starsene al sicuro a casa. La settimana prossima vedremo l'inizio della campagna elettorale del secolo.
A Winterfell abbiamo il morto della settimana (sulla falsariga del freak of the week, qui abbiamo il dead of the week), con mio grande sgomento, in Osha. La mia teoria del complotto degli Umber contro i Bolton, del fatto che gli Umber fossero la versione dello show dei Manderlay, ecc, inizia a traballare e inizio a tremare per il povero Rickon. Sono ancora positiva che ci sia un twist, o un twist del twist del twist. O che sul più bello arrivino i draghi e salvino la situazione, come in tutte le serie di supereroi che si rispettino.
Infine di nuovo a Castle Black, a una cena dove l'imbarazzo si taglia a fette, arriva la versione dello show, abbastanza accurata, della Pink letter. Adoro come Thrones, gira e rigira, non abbia lasciato nessuna parte figa inutilizzata. In DwD, la pink letter arriva poco prima che Jon venga assassinato. Molto meno titubante della sua controparte televisiva, letta la lettera e in preda alla vena tappata, decide di armare un esercito di wildlings e brothers of the night watch e andare a riprendere casa sua. E poi viene accoltellato e poi non si sa che succede. In DwD, come sappiamo, non è Sansa che Ramsay rivuole, ma Fake Arya (Jayne Poole) e non è Rickon a essere prigioniero, ma Mance Rayder, che si era infiltrato a Winterfell sotto le mentite spoglie di un bardo, dietro incitazione di Melisandre, per fare da cavallo di troia all'esercito di Stannis. Nonostante sia plausibile che, in DwD, sia stato Ramsay a spedire la lettera, al momento in cui viene letta, il lettore non sa che Stannis sia stato sconfitto, anzi, non lo è stato, come si apprende dai capitoli di WoW rilasciati ad oggi. Ramsay, quindi, mente. Ci sono varie teorie secondo cui la PL non sarebbe stata scritta da Ramsay ma da altri, per attirare un contingente di guerrieri a sud. Tutto questo lo sapremo quando uscirà WoW. Per quanto riguarda lo show, invece, questa lettera ha tutta l'aria di essere stata scritta da Psyco-Ramsay in persona e di dire tutta la verità. Vedremo se ci sarà un twist del twist e se anche la show-PL fa tutto parte del complotto di cui sopra.

Nonostante in qualche maniera si percepisca che questo è materiale televisivo e che i libri sono finiti, questo episodio tira notevoli fila narrative. Dopo due settimane di snapshots su e giù per il reame, catching-up con i vari personaggi, e cliffhangers a non finire (ho usato un elevato numero di parole inglesi di proposito, per fare la figa), qua la narrazione procede a passo spedito. Ci possiamo aspettare, ben presto, Winterfell attaccato su due fronti, una battaglia a King's Landing e un'invasione di Slaver's Bay. Abbiamo avuto il maggior numero di riunioni visto finora (Starks, Tyrells, Dany e suoi paladini, Greyjoys ) e nuove, improbabili, alleanze si sono formate. Si conta solo un morto. In pratica, l'episodio più gaudioso dell'intero telefilm. Con un epico gran finale. 

Che ne pensate della politica di Tyrion? Arriverà Dany con draghi e khalasar a far piazza pulita, o salterà  Slaver's bay a pie' pari e farà rotta, con armi e bagagli, a Westeros? Per qualche motivo ho la sensazione che questa storia sia legata ai fatti di Dorne, del quale, forse, riavremo notizie nella seconda metà della stagione, sperando che siano notizie un po' più sensate del solito.

L'attesa di una settimana diventa sempre più difficile da gestire.