Tuesday 26 April 2016

Daredevil Season 2

Con mio grande cordoglio, sono arrivata alla fine della seconda stagione di Daredevil.
In breve, resta uno dei migliori show supereroistici di tutti i tempi, anche se mi tocca ammettere che è un po' meno solido della prima stagione.
Del resto la prima stagione era impeccabile.
Questa e' ottima con qualche sfilacciatura.

*********** Spoilers ************

La stagione si può dividere in due plot a se stanti: Punisher e The Hand.

In breve Punisher, molto incazzato per aver avuto la famiglia massacrata a Central Park, vittima casuale di uno scontro a fuoco fra cosche malavitose locali, cerca vendetta sterminando la qualunque. Gli amanti dello splatter hanno ancora l'orgasmo. Io, che sono schifiltosa, ho goduto molto di più del profilo psicologico di Frank Castle/Punisher, il suo concetto di bene e male e il suo ruolo all'interno del microcosmo metastabile di Hell's Kitchen.
Con Kinpin "fuori dalle palle" in carcere, il caos regna sovrano fra le cosche rivali. Punisher non va molto per il sottile e fa fuori tutti indifferentemente, incontrandosi/scontrandosi con DD che invece sostiene che botte OK, ma poi i criminali devono essere assicurati alla giustizia (almeno fino all'ultima puntata).
Ora, qui, caro DD, si potrebbe semmai ribattere che quello che e' stato preso a cinghiate con una catena e lanciato sotto alla tromba delle scale forse benissimo non sta, ma almeno non e' morto per mano tua...
Tornando al Punisher: quello che e' potente in questo personaggio e' che è stato capace di svegliare quella parte di ognuno di noi, molto piccola, soffocata infondo alla coscienza e imbavagliata dalla morale, che ci dice che tutto sommato il Punisher non ha tutti i torti. La giustizia non è veramente giusta, le forze dell'ordine sono per lo più corrotte - come viene ampiamente dimostrato dalle puntate che vedono protagonista Kinpin - e alla fine dei canti chi fa da sé fa per tre. Quando Punisher dice a DD che non ha le palle per andare fino in fondo, beh, quella piccola parte di noi ci vede annuire di fronte allo schermo, cosi' come si rispecchia in Karen Page che, in uno dei suoi ultimi dialoghi pre-rottura con Matt, farfuglia "No... maybe..." comprendosi la bocca.
Tanto bene è caratterizzato Punisher, con anche super scena finale di lui che si allontana in costume sullo sfondo della casa dei sogni che brucia, tanto tirato via è il plot che lo vede protagonista. Capisco che fosse solo a uso e consumo della sua caratterizzazione, ma tutto il business del Blacksmith ha saputo proprio di poco. Ancora non ho ben capito perchè il suo ex-comandante si fosse dato al traffico di droga e come facesse a essere più invischiato di Madame Gao e, soprattutto, non ho capito come quella sciacquina di Karen Page - si OK, c'ho qualcosa di personale -, abbia potuto tirare le conclusioni in un microsecondo alla vista della fotografia del tipo biondo. Ma insomma pazienza, nell'economia globale, questa parte è perdonabile. È solo un meno meno in fondo al 9.

The Hand è una organizzazione segreta di ninja cattivi che ha scoperto il segreto dell'immortalità. In pratica è la versione Marvel della League of Assassin e del Lazarus Pit della DC Comics (chi ha copiato chi, stavolta?).
Stick, si scopre, è il fondare e capo del Chaste, che combatte The Hand "...without mercy...".
All'interno di questo plot viene introdotto il superpersonaggio di Elektra che, se già mi stava simpatica dai fumetti e dalla versione cinematografica precedente, mi ha completamente convinto quando ha detto che, come parte del suo indottrinamento ninjifero, si è allenata in capoeira angola. Elektra è la ex di Matt dei tempi del college, ma evidente la fiamma assopita non si è spenta, perché i due hanno una chimica esplosiva sullo schermo. I due quasi quasi tornano insieme, se non ci si mettesse di mezzo il destino beffardo e, anche, una certa divergenza di punti di vista sulla questione omicidio, che suppongo avrebbe portato a un non proprio lineare equilibrio domestico, ma di sicuro ci avrebbe regalato sublimi scene di make-up sex.
Quando Elektra si scopre essere il Black Sky, super arma ninja già menzionata nella prima stagione, se la pensa un attimo se passare o no al lato oscuro e per fortuna ha un po' più cervello di Anakin Skywalker e torna sui suoi passi. Di tutta 'sta storia, secondo punto debole della stagione, almeno nella modalità in cui il climax e' stato trasmesso, la parte migliore è il dialogo sul tetto fra Elektra e Matt/DD (senza maschera) in cui si analizza mito e leggenda vs destino e in cui viene sottolineato che, poco importa se il Black Sky esista o meno, cose orribili verranno fatte in suo nome. I riferimenti al fondamentalismo religioso e alla situazione politica attuale non potrebbe essere più chiaro. Elektra non scapperà a Londra in luna di miele con Matt, ma di sicuro risusciterà dopo incubazione del sarcofago di Drakula alimentato a sangue di giovinetti storditi e ci regalerà una meravigliosa terza stagione.

Altre cose qua e là
Matt e Foggy: l'amicizia non regge allo tsunami generato in Foggy in seguito alla scoperta della doppia vita di Matt. Non è facile scoprire di punto in bianco che non hai idea di chi sia il tuo migliore amico. O meglio, l'amicizia regge dopo rivisitazione delle condizioni, ma non regge lo studio legale. Il che apre le porte a Foggy come crossover in Jessica Jones e Luke Cage e di questo tutti siamo felici.
Matt e Karen: per favore no. Lo so che è inevitabile, ma sono contenta che mi sia stato risparmiato per un'altra stagione. Karen si conferma una sciacquina ficcanaso, che davvero farebbe molto meglio a stare a casa invece che andare in giro a impicciarsi di cose che poi non sa gestire. Il suo ruolo di donzella in distress e' sempre più fastidioso di puntata in puntata e il cliffhanger finale, seppur ben studiato in vista della terza stagione, mi ha solo lasciato perplessa e scorata.
"You never let anyone in" dice Elektra "I let you" risponde Matt prima di proporre la fuitina.
E appena Elektra muore, Matt lascia entrare Karen? No via. No. No. No. Non ce la posso fare e quindi lascio la parola a Francesco.
Il direttore del bulletin: un cameo disegnato benissimo. Appare poco solo per fare da grillo parlante in maniera sottile e raffinata. Thumbs up senza se e senza ma.
Kinpin: appare poco ma tira su enormemente la qualità. Visto come si sono evolute le cose suppongo che si stia preparando il terreno per una grande stagione 3.

E ora parola a Francesco

Sono in accordo su tutto quanto detto dalla Fede, alla fine anche un po' su Karen (tifavo per Claire), quindi aggiungerò davvero poco a questa review.
Un appunto: non approvo molto la scelta di far morire Elektra per "mano" di Nobu. D'altra parte mettere nella S2 anche Bullseye (che uccide Elektra nel testo originale) era eccessivo, quindi mi tocca accontentarmi.
Faccio notare un piccolo EE. La stagione finisce con l'introduzione di un altro personaggio chiave nella storia di Matt (un'altra donna guarda caso): Natasha Romanoff. La tipa russa dal capello rosso, che nell'autobus picchia Karen...eccola qua!!! Sono già in Hype. (ndr Per chi è stordito come me la Fede, Natasha Romanoff è Black Widow, lo stesso personaggio interpretato negli Avengers da Scarlett Johansson, ma che a quanto pare in DD ha un'evoluzione diversa. Di sicuro non sembra una merda buona).

Mi limiterò solo a listare alcune storie di riferimento per quanto riguarda i personaggi della serie.

The Punisher.

Nonostante i tre film già usciti sul nostro Frank, il personaggio non ha mai avuto fortuna su pellicola. Nasce in Amazing -Spiderman nel '74 (The Amazing Spider-Man  #129, di Gerry Conway,
Ross Andru e John Romita). Come al solito Miller ci ha messo del suo nella maturazione del personaggio sia direttamente che indirettamente. Il successo del Dark Knight di Miller ha fatto riflettere la Marvel, che ha trasformato Castle nell'eroe duro, incazzato e senza pietà che il pubblico voleva. Nasce quindi il Castle reduce del Vietnam che vediamo in DD. Tanti hanno messo mano alle sceneggiature dei fumetti e The Punisher ha goduto negli anni di una serie di disegnatori di grosso calibro. La vera vita (editoriale) per il Punitore ebbe inizio quando Roger McKenzie e Frank Miller lo inserirono come co-protagonista in una doppia storia di Devil. In quel momento, grazie anche alla contrapposizione con il "Red", ci fu un cambiamento importante nella visione del personaggio: non più schizofrenico in bilico tra bene e male, ma individuo quasi positivo, pur se con sfumature inquietanti. L’attenzione, a quel punto, fu posta sui metodi radicali, più che sull’uomo in sé. Avendo a disposizione un personaggio più complesso, la Marvel provò a lanciarlo in una serie tutta sua, che uscì nel 1986, anno fitto di capolavori come Watchmen e Il ritorno del Cavaliere Oscuro.

Allora leggetevi


  • Cerchio di Sangue di Steven Grant, Mary Jo Duffy, Mike Zeck e Mike Vosbur
  • La loggia degli assassini, di Mary Jo Duffy e Jorge Zaffino
  • Punisher War Zone, di Chuck Dixon e John Romita Jr.


Per quanto riguarda DD invece consiglierei le seguenti storie che sono legate anche agli eventi di questa seconda stagione:


  • Elektra (Daredevil #168, gennaio 1981)
  • The last hand (Daredevil #181)
  • Daredevil: The Man Without Fear #1-5, ottobre 1993-febbraio 1994

Concludo con una tavola che trovo di una forza e bellezza disarmante


in attesa delle terza stagione che è stata già confermata. 
Adoriamo tutti insieme la Nefflix.



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