Thursday 28 April 2016

Game of Thrones S6Ep1 - The red woman


Sento il dovere di fare outing su una questione di cuore. Mi sono sempre chiesta come chi non ha mai letto The song of ice and fire si potesse approcciare a Game of Thrones. Per chi sa già la trama, tipo me, la visione dello show ha tutto un altro sapore. Tolti i colpi di scena, che tanta parte giocano nelle rappresentazioni televisive, resta la curiosità di vedere come questo o quel personaggio viene interpretato o come questa o quella storyline raccontata. Ma si vedranno i draghi? Ci sarà Lady Stonehearth? Ma come mai Jaime va a Dorne e non a Riverrun? Sansa a Winterfell in mano ai Bolton? Il Red Wedding è tale e quale. E via dicendo.
Ma chi non ha mai letto il libro, mi sono sempre chiesta, quanto davvero si gusta i dettagli? Stordito come sarà dai colpi di scena, quanta attenzione potrà mai porre alle dinamiche fra i personaggi? O ancora, come potrà mai aver capito tutta quella faccenda, così tanto dettagliata nei libri, da quella singola scena/dialogo/azione?
Adesso lo so perché domenica sera ero uno di loro.
All'inizio ammetto che non sia stata una bella sensazione perché, tolto tutto quel pathos legato a "non vedo l'ora di vedere questo", non sapevo bene come relazionarmi alle scene che si susseguivano sullo schermo.
Ancora non sono sicura di averlo capito ed è per questo che il taglio di queste review non sarà uniforme. Ma vediamo cosa ne viene fuori.

Veloce recap

La puntata inizia e finisce a Castle Black, riprendendo direttamente dal cliffhanger con cui si era conclusa la stagione precedente.
Jon Snow è parecchio morto e resta morto nella neve, sul tavolo della stanza di Davos fra i suoi compagni, con accanto il suo lupo Ghost e addirittura dopo la visita della Red Woman. Morto. "I saw him in the flames, fighting at Winterfell". Non che sia il primo abbaglio di Melisandre, ma questo è il colpo di grazia. Due eroi ha visto nelle fiamme, due eroi sono morti e stecchiti. Mentre i fedelissimi di Jon cercano di salvarsi la pelle nella battaglia a venire contro il resto del Night's watch, cercando aiuto - direi - nei wildlings di Tormund Giantsbane e Thorne è impegnato a riappropriarsi del comando, Melisandre si spoglia davanti allo specchio, si toglie il collare e si fa vedere per quello che davvero è, una vecchia strega. All'inizio non capivo che stesse succedendo, poi ho realizzato che la sua immagine e' solo un'illusione.
A Winterfell, Ramsay "piange" la morte di Myranda, in maniera peculiare ma quasi sincera ("this is good meat, feed it to the hounds"). La parte interessante è lo scambio di battute con papà Roose, il quale puntualizza che essersi divertito a torturare gli eredi di House Stark e delle Iron Island e averli fatti scappare, non mette in rilievo particolari skill tattici. La vedo male per la povera Lady Walda e il suo bambino. Nel mentre Sansa e Reek sono in fuga nella neve, vengono scovati dagli uomini di Ramsay e salvati da Brienne che alla fine ottiene di giurare fedeltà a Sansa. "I offer my services once again" diobonino accettali stavolta (vi ricordo che Sansa si era rifiutata di accettare i servizi di Brienne sulla via di Winterfell, prima che avesse davvero toccato il fondo). Devo dire che queste semplici scene nella neve, sono potenti. Sia Sansa che Reek sembra stiano per intraprendere un cammino di risalita e redenzione. Reek ha scontato il grande peccato di essere stato responsabile per la caduta di Winterfell e indirettamente anche del Red Wedding. Se non fa altre cazzate potrebbe anche rientrarmi in grazia. Sansa ha compiuto il percorso interiore che la porterà, spero, a fare grandi cose. Aspetto a gloria il momento in cui si rivede con Littlefinger.
A King's Landing, Cersei e Jaime piangono la morte di Myrcella. Cersei sembra seriamente provata dai recenti avvenimenti, è oramai solo l'ombra della leonessa di Casterly Rock capace di orchestrare la caduta di Ned Stark, l'omicidio di Robert Baratheon e l'ascesa dei Lannisters. Cersei è solo una madre che ha perso due figli su tre e, forse genuinamente, non sa più che pesci pigliare. L'evoluzione dei gemelli Lannisters è una delle più profonde. Chi se li ricorda, sbuffoni, eleganti e arrapati nella prima stagione? Guardali ora, piegati da dolore e sconfitte, abbracciarsi e giurare di riprendere ciò che gli è stato tolto "and more". La vita è proprio dura per tutti, in tempi avversi. Mai come in Game of Thrones le scelte sbagliate vengono pagate così care. Un passo falso e scivoli in fondo a un baratro senza appigli. Forse proprio qui sta la bellezza di questa lunga storia.
A Dorne, le Sand Snakes, con Ellaria al comando, spazzano via in pochi colpi armi varie la dinastia Martel. Compreso Areo Hotah che, ricordiamoci, era uno dei più valenti combattenti dei 7 kingdoms. Dorne si conferma un troiaio. Peccato. Le Sand Snakes hanno lo stesso carisma di ragazzine in piena esplosione ormonale e Ellaria lo stesso spessore di una gatta incazzata attaccata ai coglioni. Direi che in questo set si può solo migliorare.
Tyrion e Varys take a stroll in the deep dark wood, dove la wood è Meereen senza regina. Dopo la partenza di Daenerys in groppa al drago, la città sembra relativamente tranquilla, un Red Priest cerca di animare il popolo a cavarsela da sè, le scritte sui muri non sembrano particolarmente pro-regime e Varys ci rassicura che è on the problem e presto avrà indizi su chi sia il capo dei Son's of the Harpy. Tutto molto bello. Io adoro questi due. Nemmeno la coppia Daario/Jorah se la cava male a questa girata, rendendo il ritrovamento dell'anello nella prateria quasi credibile. Daenerys non ci risparmia lo sciorinamento di tutti i suoi titoli che poco scalpore fanno sul nuovo Khal di turno, ma ci risparmiano uno stupro (che sarebbe stato uno stupro di troppo, forse D&D hanno iniziato a ascoltare le critiche). Daenerys andrà a concludere i suoi giorni nella casa di riposo delle vedove dei Khal. Ho passato tutta questa parte a chiedermi dove cavolo fosse Drogon. Mai che si presenti quando c'è bisogno di lui. Forse era la stessa domanda dipinta sul volto confuso della mother of dragons.
A Braavos, Arya si sta trasformando in Daredevil. Non sono la sola che non ha resistito a sparare questo argutissimo nerd-paragone.

Ci sono state svariate chiavi di lettura di questo episodio, tutte valide.
C'è chi non ha potuto fare a meno di notare che il motivo dominante dell'episodio è il lutto, evidente a Castle Black dove si piangono Jon Snow e la morte della fede in R'hllor, altrettanto chiaro a King's Landing dove ci si dispera per la povera Myrcella. Addirittura a Winterfell c'è un morto che per una volta viene pianto e non esibito e a Dorne un morto viene in qualche modo vendicato.
Qualcun altro ha sottolineato come in questa puntata ci siano i semi per l'ascesa delle donne. Chiaramente, per quanto riguarda - finalmente - Sansa, salvata da Brienne, un'altra donna. Chiaramente anche per Ellaria, aiutata dalle Sand Snakes, che addirittura dichiara che nessun uomo debole mai più governerà Dorne. Più latente è l'ascesa di Arya, la cui ultima inquadratura con il titano di Braavos sullo sfondo però parla chiaro e anche Daenerys, di sicuro, risorgerà dalle ceneri, se non altro grazie al fatto che possiede tre draghi. Cersei e Melisandre si riprenderanno ben presto, suppongo, la prima spazzando via i Faith Militant, azione per la quale, per una volta, ha il mio appoggio incondizionato e la seconda resuscitando Jon Snow, evento che rianimerà la sua fede nelle fiamme.
Qualcuno ha detto che è la premiere più solida di 6. Non sono d'accordo. Secondo me la premier della IV stagione, che si apre con la fusione di Ice non ha uguale, ma anche questa puntata mantiene bene il passo.
Di sicuro ci ha lasciato con una gran voglia di vedere il secondo episodio.
Non ci sono praticamente riferimenti ai libri, a parte la figura di Khal Moro (nel libro Khal Jhaqo) e Arya cieca che in DwD prende il nome di Beth, chiede elemosina e impara a mentire e riconoscere chi mente, ma non mi pare riceva nessun allenamento da ninja. Se proprio una EE si vuole vedere, e' nel glamour di Melisandre. In DwD Melisandre usa questo tipo di magia per salvare la vita di Mace Rayder, dandogli le sembianze di un altro wildling (Lord of Bones), il quale era stato invece giustiziato con le sembianze di Rayder,
Lasciando per un attimo stare Dorne, la vera identità di Melisandre e' il colpo di scena principale, Si confermano i suoi non trascurabili poteri magici, ma ci appare, per la prima volta, confusa e profondamente scossa. Per tutta la scena ho pensato che si spogliasse per buttarsi nel fuoco a parlare con le fiamme. Invece si spoglia per andare a letto. In quell'azione così banale e quotidiana, si palesa tutta la sua fragilità, quel tipo di fragilità di chi ha lottato tutta la vita per un ideale che alla fine si è rivela falso.
Sono contenta che Jon sia rimasto morto. Che non lo fosse stato, sarebbe stato poco credibile. Che lo sia e torni, in una forma o l'altra, è un fatto assai più intrigante.


2 comments:

  1. stessa sensazione tua. È anche più difficile gestire la trepidazione tra un episodio e l'altro! Dorne è un gran peccato, Braavos per ora mi lascia freddina, su Jon sono d'accordo...e da ieri estatica! ;-)

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  2. ti aspettavo con trepidazione. entro giovedi scrivo di ieri!

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